L’edizione odierna de “La Repubblica” analizza il mercato dei baby rosanero, in sedici della Primavera dello scorso anno, hanno lasciato la Sicilia. Ecco quanto si legge:
“Doveva essere la loro grande occasione. La stagione in cui giocarsi il tutto per tutto sfruttando la vetrina della squadra in cui sono cresciuti. Invece per un motivo o per un altro sono andati via in molti. Dei sedici giocatori cresciuti nel vivaio che hanno iniziato il ritiro agli ordini di Tedino sono rimasti in pochi e un altro elemento, Simone Lo Faso, è sul punto di lasciare il Palermo. Eppure la società aveva deciso di fare di necessità virtù, un po’ come era capitato per il cosiddetto Palermo dei picciotti di Arcoleo. Il mancato closing e le buone relazioni da parte di numerosi osservatori sui vari giovani e promettenti rosanero sembrava avere determinato un’inversione di tendenza nel modo di allestire la squadra rispetto agli ultimi anni: puntare sui giovani di casa piuttosto che su ragazzi di belle speranze provenienti dall’estero. Ma a lungo andare non sembra cambiato nulla, soprattutto mettendo cessioni e acquisti gli uni accanto agli altri. Se in queste ore dovesse concretizzarsi la cessione di Lo Faso, nazionale azzurro under 20 che a luglio di un anno fa ha rinnovato il contratto con il Palermo fino al 2021, sarebbe l’ennesima operazione di cessione di un elemento promettente rimpiazzato da un giocatore poco conosciuto. Per la sua sostituzione, infatti, si fa il nome di Vitalie Damascan, attaccante moldavo classe 1999 dello Sheriff Tiraspol. Lo Faso, a mezzo social, se la prende con chi scrive sul suo conto «senza sapere come stanno le cose»; Zamparini e Tedino, invece, dicono che il giocatore non si allena bene, vorrebbe un posto in squadra come se fosse un atto dovuto e sottolineano come sia stato lui a chiedere di andare via. Tedino lo conosce bene, avendolo selezionato per la nazionale under 17 quando era il tecnico degli azzurrini. «Con lui ho un rapporto speciale – ha detto più volte a proposito di Lo Faso – posso permettermi di dargli una pizza per spiegargli come stanno le cose. Quando l’ho portato in nazionale giocava e non giocava con gli Allievi. Sa perfettamente che ho un occhio di riguardo per lui, ma deve migliorare nelle decisioni da prendere in campo e fare le scelte che ritiene migliori per la sua carriera». Lo Faso, nel video del post partita negli spogliatoi del “Barbera”, è stato l’unico a tenere il muso durante la sfilata dei rosanero al rientro dal campo dopo la bella vittoria contro lo Spezia. Per il suo acquisto, però, il Sassuolo deve perfezionare prima la cessione di uno fra Matri e Iemmello. Ai neroverdi è già approdato Edoardo Goldaniga, anche lui cresciuto nel vivaio e unico dei giocatori definiti incedibili, fino a questo momento, ad avere lasciato i rosanero. In difesa al suo posto, e in sostituzione di Andelkovic, sono arrivati i due polacchi Szyminski e Dawidowicz. Ma la lista è lunga: è già andato via Accursio Bentivegna, finito in prestito alla Carrarese in serie C, Giuseppe Pezzella, a titolo definitivo all’Udinese, e il portiere Andrea Fulignati, ceduto al Cesena. Sono stati mandati a farsi le ossa, e quindi da rivalutare in futuro, i portieri Leonardo Marson (anche lui al Sassuolo) e Fabrizio Alastra al Prato in serie C, Paolo Grillo e Roberto Pirrello, il primo al Siracusa con l’altro difensore Andrea Punzi, e il secondo al Livorno. Via anche Simone Giuliano, alla Sicula Leonzio, e Shaquir Tafa al Monopoli. In totale del mini esercito dei sedici partiti con tante speranze per il ritiro austriaco, dando per scontata la cessione di Lo Faso, in rosa sono rimasti solamente in sette. Ma fra loro in pochi si candidano a essere davvero protagonisti. Le gerarchie, come amano ripetere gli allenatori, le fanno le prestazioni sul campo. E fino ad ora a dimostrarsi all’altezza della situazione è stato il solo Nino La Gumina.”.