“Non solo Mertens-Insigne. Da quest’anno il duello è anche là davanti per il ruolo di faro,ora che la luce di Higuain si è spenta e illumina altrove. Arkadiusz e Manolo, ovvero l’attacco del Napoli. Re e viceré, due diversi modi di guardare la porta, sia pure con lo stesso piede preferito: il sinistro. Due nord, quello d’Europa e quello di Italia:il primo di Tychy, Polonia, il secondo di Carcinate, Lombardia. Età differente: 22 anni Milik, quasi 25 anni Gabbiadini. Eccoli gli eredi designati di Higuain, anchese Gonzalo al momento non ha lasciato nomi nel suo testamento. Una rivalità sul filo del gol, quella tra Milik e Gabbiadini: difficilmente Sarri li metterà uno al fianco dell’altro dalprimominuto,magaricapiteràconla partitaincorso,in casi estremi. Dunque meglio farci l’abitudine alla staffetta in attacco, tra i due. Ieri a Castel Volturno c’erasoloilpolacco, reduce dalla garaconlanazionale e le critiche dei tifosi e della stampa del suo Paese per due gol divorati nel corso della gara col Kazakistan. Gabbiadinièarrivato a Napoli solamente in tarda serata e quindi si aggregherà alla squadra a partire da oggi. VenturalohaportatoconsénellanuovaItalia,maalmomentonellegerarchie azzurreèl’ultimodella lista dietro Pellé, Eder e Immobile. Ecco il primo dilemma di Sarri: a Palermo chi giocherà dei due? E poi a Kiev? Un tormentone, c’è da giurarci. L’anno scorso non c’era mai un dubbio: in campo andava sempreHiguain,amenoche il Pipita non decideva dimettersi da parte.Dasolo.Manolohafattoil titolarein serieA solo a Empoli e Pescara e poi quando l’argentino è stato squalificato. Condannato al ruolo di scudiero. Ma al momento se c’è un Napoli 1 di questo fanno parte MilikeMertens. Povero Gabbiadini: zitto e corri è il suo destino. E dentro un rumore sordo, quello dell’amarezza per un ruolo di gregario che a Manolo hafattoperderelaNazionaleel’Europeo. Milik, invece, è un furbacchione: conl’Ajax,in Eredivisie, ha giocatoda primapuntaeha segnato 21 gol; con la Polonia, da seconda punta, perché al centro dell’attacco c’è un tal Robert Lewandowski elui non è tipo da puntarei piedi pur di fare il titolare. Difficile che, visto il clima di rivalità, i due vadano sottobraccio, anche perché al momento Milik sembra avanti aGabbiadininellegerarchie d’attacco del tecniconapoletano. Milikhagiàfattoduegol,allaprimaoccasione,conilMilan.Gabbiadini a Pescara non è riuscito a costruirsi il pezzo di gloria dopo i gol nelle gare amichevoli di agosto: non perché non voglia farsi avanti ma proprio perché non ce la fa a inventarsiunospazio,uncorridoio dove trascinare la bandiera. Sarri lostacostringendoalavoristraordi nari pur di riuscire ad ottenere da lui quello che vuole: un lavoro da prima punta vera. Doveva e (forse) voleva andare via. È rimasto e ora non c’è più tempoper tuttoil resto. Milik ha un altro tipo di sfrontatezzaequell’audaciacheapellecontagia e fa sembrare tutto a portata di mano. Ed è per questo che piace già allagente diNapoli. Più diGabbiadini. Sarri non ha problemi a gestire le rivalità:è convinto che da questa situazione possano guadagnarci entrambi. E che soprattutto possa guadagnarci il Napoli. Così come traMertens e Insigne, sapendo beneche almomentoèilbelgaquello che stameglio.Anchenello spirito. Lorenzo fa fatica a mandare giù la staffetta. Soprattuttoquandoèlui a dover ricevere il testimone: tra i due poco affetto e pochissime smancerie. Anzi, quasi nessuna. Il belgahainiziatomegliola stagione ed è evidente che a Palermo parta lui in vantaggio rispetto a Insigne. Così come per la gara in Ucraina, esordioinChampions della stagione. Eccole, dunque, le sottili gerarchie sul filo del gol di questa stagione con MertenseMilikinvantaggio rispetto ai due italiani. Insigne, come sempre, è costretto agli straordinari, a dover dimostrare di meritare il Napoli e il ruolo da protagonista: da sempre divide, reagisce, sorride, bacia lamaglia e qualche volta, manda tutti a quel paese perché è quello che fa più fatica a mandar giùle critiche. LorenzoeDries.ArkadiuszeManolo. Diverse generazioni, ma tutti di fenomeni. Oggi tutti e 4 saranno finalmente di nuovo assieme, perché anche il belga rientra da Cipro dopol’ultimagaradelBelgiogiocata per le qualificazioni a Russia 2018.Ecco,cosahannoincomune: la voglia di prendere parte alMondiale tradueanni.Con Insigne,che come sempre, ha la strada in salita per colpa di quel 3-5-2 di Ventura che non sembra essere congeniale alle suecaratteristiche“. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “Il Mattino”.