
Domenica pomeriggio, allo stadio Arechi, Salernitana e Palermo si affronteranno in una sfida che vale molto in chiave salvezza e playoff. Ma sarà anche un incrocio che riporta alla mente due direttori sportivi che oggi non ci sono più, ma che hanno segnato – in modo diverso – una parte importante della stagione delle rispettive squadre. Parliamo di Morgan De Sanctis e Gianluca Petrachi, due ex Roma, due figure centrali per Salernitana e Palermo fino a pochi mesi fa. Oggi, entrambi fuori dal progetto, ma ancora formalmente sotto contratto.
A raccontare le differenze nella gestione dei due è Nicola Roberto in un’approfondita analisi su Il Mattino di Salerno, in cui vengono ripercorsi i momenti chiave delle rispettive esperienze. Iervolino, presidente granata, in un’intervista al podcast ufficiale del club, non ha nascosto il diverso rapporto avuto con i due dirigenti. Su De Sanctis ha parlato di «idee effervescenti, tanta energia, un uomo nuovo del calcio», mentre su Petrachi ha usato parole più fredde: «Non ho mai avuto un rapporto empatico con lui. Ha fatto delle scelte che io ho solo subito. E un proprietario non può subire».
Petrachi, scelto per sistemare i conti, si era trovato a operare in un’estate complicata, fatta più di cessioni forzate che di rinforzi tecnici. Il risultato? Una squadra assemblata in emergenza, con poca continuità anche a livello tecnico. A gennaio è arrivato l’esonero e, insieme a lui, è stato sollevato dall’incarico anche l’allenatore Martusciello.
Anche a Palermo, però, non sono mancati i contrasti. De Sanctis è stato esonerato nei primi giorni del 2025, dopo settimane di tensioni interne, in particolare con alcuni senatori dello spogliatoio. In cima alla lista, Lucioni (ora al Frosinone) e Brunori, che aveva chiesto la cessione ma poi è rimasto, complice anche il mancato arrivo di Henry, che aveva rifiutato la proposta della Salernitana per motivi familiari.
Curiosamente, proprio tra Petrachi e De Sanctis si erano aperti, in estate, canali di dialogo tra Palermo e Salernitana per possibili operazioni di mercato. A novembre, Petrachi aveva messo nel mirino Brunori, mentre il suo successore Valentini aveva tentato – senza successo – di arrivare all’attaccante ex Verona.
Oggi, sia Petrachi che De Sanctis non saranno presenti, almeno ufficialmente, alla sfida dell’Arechi. Ma la loro impronta sul passato recente dei due club resta evidente, così come le parole di Iervolino che, pur non avendo mai esonerato formalmente De Sanctis, di fatto ne ha segnato la fine con il ritorno di Sabatini. Una gestione fatta di scelte e distanze, che nel tempo hanno portato a due separazioni diverse nei toni ma simili nel destino.
E se all’andata, con Petrachi e Martusciello, fu la Salernitana a espugnare il Barbera, ora tutto è cambiato. Tranne una cosa: la pressione. Quella resta alta su entrambe le sponde.