L’edizione odierna de “Il Mattino”, parla del faccia a faccia che ci sarà tra 7 giorni tra Stellone e Gregucci e degli incroci passati tra i due. Ecco quanto si legge:
“Quasi cinque anni dopo, il destino li rimetterà uno contro l’altro. Da quella sera del 2014 al Matusa all’appuntamento di venerdì prossimo al Barbera sarà la chiusura di un cerchio per Roberto Stellone e Angelo Gregucci. Entrambi sono subentrati nel corso della stagione, ritrovando le panchine di squadre a loro note. Stellone ha ripreso in mano le redini del Palermo dopo appena un mese dall’inizio del campionato. C’era Tedino, infatti, alla guida dei siciliani nel giorno del debutto in campionato, proprio all’Arechi, contro la Salernitana di Colantuono, l’allenatore che era subentrato a Stellone nel 2016 sulla panca del Bari e che, un mese fa, ha lasciato quella della Salernitana a Gregucci, alla sua terza esperienza in granata. La sua seconda volta finì male: a Frosinone, infatti, la Salernitana perse lo scontro diretto nel primo turno dei playoff di Lega Pro contro la squadra guidata proprio da Roberto Stellone. I gol di Paganini e Carlini nel finale di gara diedero la vittoria ai padroni di casa che presero l’abbrivio per conquistare la promozione in B che era sfuggita loro in maniera alquanto clamorosa e rocambolesca al termine della stagione regolare. Il Perugia beffò i ciociari all’ultima gara, ma la squadra laziale seppe reagire e trasformare la rabbia per la mancata vittoria del campionato in determinazione e convinzione per centrare il traguardo tramite i playoff. La Salernitana di Gregucci in quella stagione aveva festeggiato la vittoria in Coppa Italia e ai playoff arrivò da nona in classifica, la posizione peggiore, convinta, però, che il Frosinone non fosse un cliente così brutto perché alle prese con il presunto trauma della mancata promozione diretta. E invece a Stellone e ai suoi riuscì l’impresa di vincere nonostante il peso della delusione, impresa mai facile come sa bene lo stesso tecnico romano che, lo scorso maggio, vide sfumare la promozione diretta in massima serie alla guida del Palermo, perdendo anche la finale playoff, ironia della sorte, contro il Frosinone. Tra sette giorni esatti, dunque, Stellone e Gregucci saranno di nuovo contro. Da quella sera dell’undici maggio 2014 i due non si sono più incrociati su un campo di calcio. Stellone ha portato il Frosinone in massima serie e poi, dopo la sfortunata parentesi di Bari, ha sposato in due riprese la causa del Palermo. Gregucci ha allenato a Caserta ed Alessandria, ma ha anche frequentato altri campionati come vice di Mancini (Inter, Zenit e Nazionale) e di Liverani (Leyton Orient), che ritroverà il 26 gennaio all’Arechi nella sfida contro il Lecce, squadra che lo ha tenuto a battesimo nel suo esordio da tecnico in massima serie. Dal Matusa al Barbera, in cinque anni ne sono accadute di cose. Stellone s’è imposto come allenatore emergente nel suo ciclo d’oro a Frosinone, Gregucci ha cercato di rilanciarsi dopo la fine della sua seconda avventura in granata. Dopo la sconfitta di Frosinone non è un mistero che il tecnico si aspettava la riconferma, perché, quando fu chiamato a sostituire Perrone all’inizio del 2014, gli fu prospettato uno scenario ben preciso: sei mesi per conoscersi e gettare le basi per un futuro importante, ma quella sconfitta di Frosinone segnò il capolinea per lui. […] In fondo, se in cinque anni tante cose sono cambiate, l’unica cosa che resta invariata è che per ogni allenatore sono i risultati a parlare e a rinsaldare le panchine”.