Il Mattino di Padova: “Cittadella all’ultimo respiro, Pandolfi stende il Palermo”

L’edizione odierna de “Il Mattino di Padova” si sofferma sulla vittoria del Cittadella sul Palermo.

Benedetti minuti di recupero! Il Cittadella va a segno al settimo degli 11 concessi dall’arbitro Fabbri per un blocco delle comunicazioni con il Var durato quasi 5’ e per le sostituzioni operate dalle due panchine, e si ritrova in tasca 3 punti pesantissimi grazie ad un perfetto colpo di testa di Pandolfi, al primo centro in maglia granata, dopo un finale condotto tutto all’attacco. E il Palermo, che puntava a ridurre il gap di 6 lunghezze nei confronti del Parma capolista, è rimasto con un pugno di mosche in mano, al terzo posto.

Verdetto sacrosanto, per la gioia della cinquantina di tifosi sobbarcatisi la lunghissima trasferta in Sicilia, eroi alla pari di Branca & C. Per gli amanti delle statistiche, è la seconda volta che si fa bottino pieno allo stadio Barbera, a distanza di 6 anni dalla prima, quando il Citta concretizzò il blitz con un 3-0 firmato Kouamé, Strizzolo e Salvi (20 novembre 2017). Ancora: siamo al secondo successo esterno della stagione, dopo quello in casa della Sampdoria, sconfitta 2-1 a Marassi il 18 settembre scorso (reti di Magrassi e Branca), il quinto in totale su 13 gare, che vale per il gruppo di Gorini il balzo sul nono gradino della classifica, che poi sarebbe l’ottavo alla pari del Cosenza, ultima squadra della zona playoff.

ALLA PARI CON L’AVVERSARIO – La vittoria non fa una grinza, conseguenza di una prestazione lucida e di personalità, con una crescita imperiosa nella ripresa, dove, complici anche le sostituzioni decise dall’allenatore veneziano, il Citta è venuto fuori alla distanza, costringendo i rosanero a chiudersi nella propria metà campo per cercare solo ripartenze prevedibili e cross sotto porta, nella speranza dell’inzuccata vincente o del guizzo decisivo dei vari Insigne, Brunori e Di Mariano, tutti insufficienti, a cui si è aggiunto l’ex Mancuso nella seconda parte della sfida. Ma dietro gli ospiti hanno fatto un figurone, rischiando pochissimo, e Kastrati, a parte un paio di (modeste) incertezze, non ha mai sfoderato parate decisive. Una prova di livello che certifica  la crescita della rosa allestita quest’anno dal direttore generale Marhetti e affidata ad un Gorini più maturo rispetto alle annate precedenti.