L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma sul Cittadella e il pari contro il Palermo grazie anche a Tommy Maistrello.
Finalmente Tommy Maistrello. Lo ha fatto sospirare questo benedetto primo gol in maglia granata. A tal punto che, dopo averlo realizzato, il centravanti che deve il suo nome alla passione dei genitori per gli Who – si chiama infatti proprio Tommy e non Tommaso, in onore di uno storico album e poi film della rock band – ha realizzato pure il secondo. Una doppietta fondamentale nel 3-3 del Cittadella col Palermo, per quelle che sono state anche le sue prime reti in Serie B. «Sono contento, non lo nascondo. E la cosa più bella è stata sentire i complimenti dei compagni a fine partita», afferma il diretto interessato. «Mi dicevano: te la sei meritata, questa doppietta, per quello che ci hai fatto vedere da quando sei arrivato qui. Mi fa piacere aver dato qualcosa a questa squadra e poi sono felice anche per me. Le dediche sono per Alessia, la mia ragazza, e per i compagni».
Su Instagram il suo nickname è “magico32”, in omaggio a Bobo Vieri. E contro i rosanero ha realizzato due gol nel suo stile, da vero uomo d’area: uno al volo di sinistro e l’altro con uno stacco imperioso, peraltro segnando la prima rete di testa in questa stagione del Cittadella. «Vieri mi piaceva molto quando ero ragazzino, sono mancino come lui ed è l’attaccante che mi colpiva di più. Il soprannome è nato allora e me lo sono sempre tenuto».
La prima rete sembrava mettere in discesa il match, la seconda è servita a riacciuffarlo. Ma che partita è stata quella col Palermo? «Veramente dura, contro una squadra forte e ricca di qualità. Abbiamo iniziato la gara molto bene, sia in fase di possesso che di non possesso, ma dopo il 2-0 abbiamo inconsciamente calato l’attenzione e, in questo campionato, appena scende di un attimo fai presto a subire gol. Loro ci hanno rimontato e noi siamo tornati in campo nella ripresa dicendoci che dovevamo azzerare tutto e ricominciare a giocare come se non fosse successo nulla, per provare a vincere. E ce l’avevamo quasi fatta, perché sul 3-3 avremmo potuto segnare ancora, se ci avessero dato quel rigore». È stata più forte la paura di perdere o la sensazione di poter vincere? «All’inizio le sensazioni erano positive, poi, sotto 2-3, ci siamo impauriti, ma quel finale, pur in dieci contro undici, dimostra che noi, la vittoria, la volevamo». Questa prestazione potrebbe dare una svolta alla sua stagione, ma ammetterà che il suo primo mese e mezzo non era stato certo esaltante.