L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma sulla bufera scommesse a Benevento.
È stata una settimana molto pesante per il Benevento. Era cominciata nel migliore dei modi con la vittoria lunedì sul Monterosi. Pareva che fino al derby con la Juve Stabia dovesse filare tutto liscio e, invece, come un fulmine a ciel sereno, la vicenda del calcioscommesse si è abbattuta sulla nave giallorossa. Costretta ad arrivare al derby dopo aver affrontato il mare in tempesta. Il coinvolgimento di Pastina ha lasciato esterrefatti dirigenti e compagni di squadra. L’aver appreso che erano finiti nelle maglie dell’inchiesta anche altri tre ex giocatori ha gettato altra benzina sul fuoco. A completare il quadro, come se non bastasse, l’ipotesi che siano state fatte puntate da costoro anche su gare del Benevento della scorsa stagione. In realtà, l’indagine è ancora in fase embrionale. Nata da movimenti bancari poco chiari e bonifici con causali sospette, deve ancora entrare nel vivo. Non si esclude che possa interessare altri giocatori che hanno indossato in un recente passato la maglia giallorossa. Decisivi saranno gli accertamenti sui dispositivi sequestrati nel corso delle perquisizioni. Come pure le audizioni degli indagati, che verranno ascoltati nei prossimi giorni. Da lì gli inquirenti proveranno a ricostruire in maniera più dettagliata la vicenda.
GLI SCENARI – Per adesso gli interessati negano tutti. Pastina sostiene che il conto gioco a lui intestato era nella disponibilità di Gaetano Letizia. Quest’ultimo, per bocca del direttore sportivo della Feralpi Salò, si è detto «molto tranquillo», spiegando di non aver mai scommesso sul calcio. Forte si è professato totalmente estraneo ai fatti, ritenendo di essere stato attenzionato dalla magistratura solo per aver acquistato un orologio di valore per conto del compagno di squadra Letizia. Ha mostrato la foto dell’orologio e della fattura, aggiungendo poi di aver stranamente ricevuto i soldi del rimborso da Pastina anziché Letizia. Coda si è difeso informando preventivamente e rassicurando la Cremonese, negando ogni addebito. Gli altri due indagati, Pasquale Pio Covino di San Salvatore Telesino e Davide Dell’Annunziata di Scampia, per adesso, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Sono considerati dagli inquirenti i «collettori» delle somme di danaro che poi gli stessi avrebbero provveduto a scommettere per conto dei calciatori. Parallelamente a quella penale, sta prendendo piede l’indagine sportiva, avviata dalla Procura Federale della Figc su segnalazione del Benevento Calcio. La stessa Procura avrebbe particolarmente apprezzato la tempestività con cui il club ha inviato la comunicazione riguardo l’implicazione di un suo tesserato e di un calciatore in prestito ma di proprietà (Letizia, il cui cartellino è ancora del Benevento) nell’inchiesta. Forte e Coda non sono più di proprietà: il primo dal gennaio del 2023, il secondo da luglio del 2020.
Il Benevento non rischia nulla: la società è al fianco della Procura in questa indagine, ha garantito la massima collaborazione e soprattutto si ritiene parte lesa. Non a caso è rimasta vittima di un’inspiegabile retrocessione dopo aver allestito una formazione che poteva competere senza problemi per i primi cinque posti del campionato cadetto lo scorso anno. Ma qualcosa si è inceppato fin da subito. Il procedimento aperto dalla Procura federale sarà molto più celere di quello aperto dalla giustizia ordinaria. E se venissero accertate le responsabilità, i quattro atleti rischiano tutti una squalifica, a meno che non chiariscano ognuno la rispettiva posizione. Per chi collabora sono previsti sconti di pena (come accaduto con Tonali), ma c’è anche la strada le patteggiamento (vedi Fagioli). Soprattutto bisognerà capire se sono state effettuate scommesse sul calcio e in particolare sul Benevento e se sia stato compiuto illecito sportivo attraverso prestazioni che possano in qualche modo aver alterato il risultato sportivo. Si prevede, dunque, un dicembre di lavoro intenso per gli investigatori.