Settimane di presentazione e incontri, esordio al Barbera, accoglienza dei tifosi e chi più ne ha più ne metta. Baccaglini però, alla seconda settimana da presidente rosanero, ha dovuto superare la prova più ardua: l’irruenza di Zamparini.
E’ proprio il caso di dirlo, Zamparini perde il pelo (o meglio, la presidenza) ma non il vizio. Nonostante avesse passato la poltrona da presidente a Baccaglini, domenica non è riuscito a trattenersi dal suo solito impeto e ha tentato di esonerare Diego Lopez. Prima la chiamata all’attuale tecnico, alquanto burrascosa, poi l’sms a Ballardini rinforzata con due telefonate stile vecchi tempi: Curkovic e Di Marzio per convincere il tecnico ravennate.
A detta dei media, l’attuale proprietario, non più presidente, non ha fatto nulla di diverso dal passato: sfuriata a fine gara e via alla ricerca di un nuovo tecnico. I conti senza l’oste Baccaglini, il quale non avrebbe preso bene il gesto e dichiarato: «Il presidente del Palermo sono io e nessun altro. Ho un dialogo aperto con Zamparini, lui ha le sue opinioni ma decido io. E Diego Lopez, come ho detto qualche giorno fa, rimane fino a fine stagione».
Non si è fatta attendere la smentita di rito da parte dell’ex patron con un comunicato in cui ribadisce che “dal giorno dell’insediamento del presidente Baccaglini tutte le decisioni societarie sono demandate a lui e alla nuova proprietà e che, pertanto, tutte le illazioni su miei presunti interventi non sono vere”. Visti i precedenti, crederci riesce un po’ complicato.
Sta di fatto che Paul Baccaglini ha preso la sua decisione: Diego Lopez non sarà esonerato, mostrando a tutti la propria autorità e soprattutto di aver superato l’esame più ostico: Zamparini. Materia ormai più che nota in quel di viale del Fante che nessuno è mai riuscito a superare. Quanto durerà la convivenza tra presidente e consulente?