Il governo ignora tutte le richieste: delusione Figc e Lega

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulle richieste della Figc escluse dal governo dal decreto fiscale.

 

Delusione, rabbia, preoccupazione. Sono queste le parole che da ieri si sentono ripetere più spesso nei palazzi del nostro calcio. Le richieste avanzate dalla Figc, con il costante sostegno della Lega Serie A, al governo, su cui gli uffici federali avevano lavorato per mesi, sono state escluse dal decreto fiscale approvato ieri in Consiglio dei ministri.

In Federcalcio si respira forte preoccupazione e giustificata delusione alla luce dei tanti sforzi fatti finora. Si parla di una grande occasione persa, ma non si perde la speranza: la partita non è chiusa, ripetono in via Allegri. L’obiettivo al di là di tutto è portare avanti le riforme che consentano al calcio di ripartire nel segno della sostenibilità e adesso, dopo quasi due anni di pandemia che hanno portato al calcio perdite per oltre 1,2 milioni di euro, è indispensabile essere aiutati.

Il presidente Gravina ha più volte lanciato il suo grido di allarme e sperava di avere le prime risposte concrete con il decreto di ieri. Dovrà aspettare ancora. Anche a Milano, nella sede della Lega Serie A, l’atmosfera è pessima. La sorpresa è stata enorme nel non vedere accolta neanche una delle sette richieste che in estate, con una lettera a Draghi e ai suoi ministri, Gravina aveva portato avanti anche in nome dei club del massimo campionato. Oltretutto si trattava di provvedimenti che non prevedevano ristori ma, come ripetuto anche di recente dal presidente Dal Pino, si era deciso di puntare su manovre fiscali che allo Stato non sarebbero costate nulla.