L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caos Dazn con il governo pronto a scendere in campo.
La vicenda è arrivata al governo. Giancarlo Giorgetti, ministro allo Sviluppo Economico, ha convocato i vertici di Dazn per fare chiarezza, a tutela dei consumatori, anche sulle ultime decisioni dell’azienda che detiene i diritti tv del calcio di Serie A. Giorgetti, insieme alla sottosegretaria Anna Ascani che ha la delega sulla materia, ha invitato al Mise i rappresentanti di Dazn martedì prossimo, il 16 novembre alle 15. Gli invitati hanno comunicato immediatamente la propria disponibilità all’incontro: «Come di consueto siamo disponibili alla collaborazione e al confronto con le autorità e le istituzioni. A questo riguardo, abbiamo prontamente accolto l’invito». La stessa disponibilità al dialogo che Dazn aveva offerto in passato ai club di Serie A su qualità della trasmissione e verifica dei dati d’ascolto (i vertici dell’azienda erano interventi in assemblea e rassicurato le società) e all’AGCOM, che si era mossa con le stesse intenzioni: verificare la qualità del servizio e la misurazione dell’audience.
Retromarcia difficile Adesso il caso riguarda la modifica al pacchetto che Dazn ha già venduto ai suoi abbonati: se finora era consentito accedere alla piattaforma streaming contemporaneamente da due diversi dispositivi, anche distanti tra loro, utilizzando un solo account, presto non sarà più possibile. Nemmeno la sollevazione di massa, la rivolta social dei tifosi e le prese di posizione trasversali del mondo politico, faranno cambiare idea ai vertici dell’Ott. La retromarcia è data infatti come altamente improbabile. Non ci sono state comunicazioni ufficiali soltanto perché potrebbero ancora cambiare leggermente tempi e modalità, ma non la sostanza. Lo stop alla doppia utenza sembrava potesse verificarsi da metà dicembre: occorre infatti che prima Dazn conceda a chi ha sottoscritto un contratto la possibilità di esercitare il diritto di recesso entro trenta giorni. Ora si attendono notizie più dettagliate: di certo nessun abbonato riceverà la comunicazione prima dell’incontro al Ministero, quindi i tempi potrebbero di poco allungarsi. Nella modifica c’è comunque un’eccezione che resterà valida: la condivisione di un doppio device per ogni abbonamento collegato contemporaneamente allo stesso indirizzo IP, vale a dire la possibilità di accedere da due differenti apparecchi serviti dalla stessa rete, come nella medesima abitazione o ufficio.