Il «giustiziere» dell’Italia. Trajkovski, Palermo nel destino: «E ora il bis»

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su Trajkovski, giustiziere dell’Italia.

Il pallone se l’è portato a casa. Non ha fatto una tripletta, ma il gol di Trajkovski al «Barbera» pesa anche di più, per la Macedonia del Nord che insegue ancora il sogno Mondiale. Lo fa grazie alla prodezza dell’ex Palermo, che nello stesso stadio e nella stessa porta aveva realizzato un gol uguale: 2 marzo 2019, scontro al vertice tra i rosanero e il Lecce, diagonale destro dalla stessa mattonella col pallone diretto nello stesso angolino per portare in vantaggio la squadra di Stellone. Sapeva già cosa fare e la sorte, che gli ha dato in dono un biglietto di sola andata in direzione «Barbera», si è rivelata decisiva: «Era come se fossi destinato a segnare nello stadio in cui ho passato quattro bellissimi anni».

Li ricorda con affetto, Trajkovski, gli anni passati all’ombra di Monte Pellegrino. Non solo perché a Palermo è nato il piccolo Matej, il figlio avuto dalla moglie Alexandra, ma perché ha lasciato tanti amici nell’isola. Quelli che giovedì, sotto sotto, avranno gioito per il gol del macedone, il ventesimo con la maglia della Nazionale (secondo dietro a Pandev) e il secondo all’Italia.

Venti come i gol segnati col Palermo, oltretutto. Un legame a doppio filo, col capoluogo siciliano e col «Barbera», stadio che conosceva più di chiunque altro, tra quelli in campo nel play-off Mondiale. Più degli altri ex rosanero tra le fila italiane, se si considera che Emerson ha disputato più minuti in questo stadio da calciatore dell’Italia (90) che col Palermo (65). Pillole statistiche che però non cambiano la sostanza: il pallone della vittoria, con le firme dei compagni, lo ha preso Trajkovski e l’ha infilato nella valigia in direzione Porto, dove i macedoni affronteranno il Portogallo nell’ultimo scoglio verso il sogno del Mondiale in Qatar: «Ancora non ci rendiamo conto di cosa abbiamo fatto – ammette Trajkovski – non ci fermeremo qui, crediamo in noi stessi e ci attende un’altra battaglia. Siamo pronti e crediamo di poter mostrare sul campo di potercela fare. Nel calcio, avvengono miracoli a cui nessuno crede». Dopo il «Barberazo», Trajkovski vuole farne un altro, di miracolo.

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Redazione Ilovepalermocalcio