L’edizione odierna de “Il Gazzettino” si sofferma sulla corsa al biglietto per Venezia-Palermo.
VENEZIA Al Penzo scoppiano le polemiche per le lunghe code in cui si sono ritrovati imbottigliati i tifosi, dato che, nella mattina di ieri, era possibile acquistare i biglietti solo nel punto vendita di Rialto; quello di Ca’ Venezia in terraferma ha aperto solo nel pomeriggio. Dopo le code del lunedì, anche ieri c’è stato l’assalto per accaparrarsi il biglietto per la gara di ritorno dei playoff.
I musi lunghi per le attese chilometriche (nella serata di lunedì c’è chi raccontava di aver aspettato quattro ore) sono stati parzialmente compensati dalle gioie per la vittoria della gara di andata, con la rete di Pierini a catalizzare le attenzioni. Inevitabili però le lamentele dei tanti tifosi che hanno definito l’organizzazione «da dilettanti».
I RACCONTI DEI TIFOSI
Tante lamentele per l’attesa, lunga, per un solo punto vendita aperto: «Sono dovuto venire da Mira perché da nessun’altra parte c’era una prevendita, se non qui a Rialto», commenta Matteo Fabris. Altro nodo che ha infastidito chi voleva accaparrarsi il biglietto per il ritorno col Palermo è quello legato alla quantità di tagliandi acquistabili.
Se solitamente, infatti, c’è un limite di quattro, i tifosi presenti ieri mattina fanno sapere di aver visto persone uscire con una ventina di titoli di accesso allo stadio. «Un cinese ne ha comprati trenta, sa quanto c’è voluto per attendere l’inserimento di tutti i dati necessari per ogni biglietto?», lamenta una persona in coda. Numeri che hanno fatto infuriare chi tentava la transazione online. Sebbene il Venezia avesse detto più volte che le prime fasi erano dedicate ai titolari di supporter card, sul sito che gestisce l’acquisto non era specificato. Emilia S. racconta di aver avuto più di qualche difficoltà prima di riuscire a comprare il biglietto.
Per Andrea Bullo la prevendita è «organizzata male», visto che «forse avrebbero potuto agganciarsi a chi ha più esperienza, come Vela o le banche». Dopo un’ora e mezza di attesa sotto l’acqua, racconta, finalmente l’agognato accesso al punto vendita. Nervosismo condiviso da Francesco De Marchi di Castello, che si chiede perché non avessero almeno aperto la tenda dell’esercizio commerciale per riparare dalla pioggia. C’è poi chi lamentava l’assenza di steward per le ode, anche perché la fila arrivava all’intersezione con le Mercerie. Attorno alle 11.30 si accodano alla fila anche due turisti ignari di essere nella coda sbagliata: volevano solo comprare un paio di scarpe nel vicino negozio. Tra i tifosi c’è chi chiedeva poi di mandare un supporto all’unica commessa:
«È gentilissima, si sta facendo in quattro, ma da sola, con una postazione unica, fa quello che può. Non si capisce perché non si metta una seconda persona, tanto qui oggi vendono solo biglietti», ironizza un altro presente. E proprio sulla commessa sono piovuti elogi per il suo operato, visto che la sera prima si era fermata fino a oltre le 22 per continuare a erogare i biglietti, nonostante la chiusura dell’esercizio commerciale fosse previsto per le 20.