Il Gazzettino: “Venezia a Palermo, Vanoli: «Daremo il 200 per cento»”
L’edizione odierna de “Il Gazzettino” si sofferma sulle parole rilasciate da Vanoli alla vigilia di Palermo-Venezia.
La delusione per il traguardo sfumato a 45’ dal filo di lana è ormai alle spalle. Con tanto di lacrime, perchè anche Paolo Vanoli ha un cuore e un’anima, sotto la scorza
da duro in panchina. Ora c’è un playoff da affrontare per provare a raggiungere quel Grande sogno inseguito dal suo Venezia.
Vanoli, in che condizioni si presenta la squadra a questa doppia sfida col Palermo? «Mi è piaciuta molto questa settimana, abbiamo trasformato la delusione in rabbia. Quello che è successo a La Spezia fa parte della nostra crescita. Dopo la partita ho detto alla squadra che non avevo niente da dire. Siamo stati bravi a crearci un piano B e ora dobbiamo fare nostri questi playoff».
A Palermo in campionato era andata bene, siete usciti dal Barbera tra gli applausi dopo il 3-0… «Cancelliamo quella partita. Questa è un’altra squadra rispetto a quella di Corini, ci sarà completamente un’altra atmosfera. Li avevamo incontrati nel momento in cui non stavano mentalmente bene ed eravamo stati bravi ad approfittare. Sappiamo che il Palermo ha una delle rose più importanti per vincere i playoff, con la Cremonese. L’altra sera con la Samp nei cambi ha fatto vedere la qualità di cui dispone».
Cosa serve per affrontare al meglio questa sfida da dentro o fuori? «Noi ci siamo, ci sentiamo pronti. Servono tre cose: capire l’atmosfera che ci sarà, ma la bellezza del calcio è giocare e vivere partire come questa; secondo, tenere dentro quello che abbiamo raccolto in campionato, quindi la consapevolezza che siamo una squadra forte; terzo, lucidità, perchè i playoff si giocano in due partite».
Guardando indietro, che spiegazione si è dato di quel secondo tempo a La Spezia in cui la squadra si è sgonfiata? «Non c’è mai una verità. Ho detto alla squadra che il giorno dopo mi sono messo a piangere. Sono una persona umana ed era un’occasione grande. Dopodichè sono uno che gira pagina e diventa ancora più forte ed è quello che voglio dai ragazzi. Spiegazioni ce ne possono essere tante, ogni giocatore deve trovare la sua. Forse ci siamo spaventati di questo grande sogno. Ma se è così, vuol dire che forse non siamo arrivati pronti. Forse quello che ci credeva davvero ero solo io e non sono stato bravo nel farglielo credere fino in fondo. Invece dobbiamo crederci, per quello che di straordinario abbiamo fatto in campionato. La bellezza di oggi è che ci siamo creati una seconda possibilità e su questa dobbiamo dare il 200 per cento».
Si è rimproverato qualcosa, mentre rifletteva a piangeva? «Quelle lacrime le ho vissute nel mio angolino, pensando che magari potevo dare qualcosa di più. Sono abituato a guardarmi dentro, forse nel primo tempo potevo dire ai ragazzi del risultato e non l’ho fatto. Ma con 35mila tifosi a Palermo la voce dell’allenatore non arriva, sono convinto che vorranno dimostrare che sono uomini e giocatori veri».
La società in settimana è intervenuta due volte per bocca del direttore Antonelli e del presidente Niederauer per tacitare le voci sul suo possibile approdo al Torino. «Fa parte del gioco, ma lo trovo giustissimo, sono perfettamente d’accordo. Noi ci concentriamo unicamente sul nostro obiettivo, del futuro non mi importa niente, non so neanche cosa farò domani. A volte però nei “nostri” giornali non è bello leggerlo quando ci sono importanti traguardi da giocarsi, ma capisco che ognuno fa il proprio lavoro».