L’addio alla Roma di Francesco Totti ha emozionato il mondo del calcio e, al tempo stesso, suscitato fantasie. Come quelle della campionessa della scherma paralimpica Bebe Vio che, come già riferito sul Gazzettino di ieri, ha invitato su Facebook l’ormai ex capitano giallorosso a prendere coscienza di «avere ancora molto da dare» e quindi a prendere in considerazione la possibilità di venire «a dare spettacolo nel Venezia» di Pippo Inzaghi. «Ci avevo già pensato io, tant’è che l’estate scorsa avevo mandato a Francesco un input fotografico in maglia arancioneroverde – confida stando al gioco Giorgio Perinetti . La pulce nell’orecchio quindi ce l’ha, ma è chiaro che purtroppo si tratta di un bel sogno destinato a restare irrealizzabile». Totti ha salutato la Roma chiudendo una lunga pagina che inizialmente anche Perinetti aveva contribuito a scrivere come ds capitolino. «Nel 96/97 l’allenatore argentino Carlos Bianchi non lo vedeva granché, infatti in quel periodo fu vicino alla cessione alla Sampdoria – ripercorre il dirigente lagunare – . In estate però spinsi con la società perché puntasse su Zeman, ero convinto che nel suo 4-3-3 da attaccante esterno a sinistra, un po’ come il nostro Marsura, avrebbe finalmente trovato modo di esprimersi al meglio ponendo fine al dubbio tattico se utilizzarlo da centrocampista o da punta. Un’intuizione felice perché nel 97/98 con Zeman andò per la prima volta in doppia cifra con i gol». Quel che rattrista i tifosi a prescindere dai colori è l’uscita dal campo di una delle ultime icone del calcio italiano. «Senza i Totti e i Del Piero il nostro campionato è chiaramente più povero di talento. Sul piano carismatico, invece, uno come Francesco non uscirà mai dal calcio, la sua immagine rimarrà imperitura come per i più grandi in assoluto, tipo Pelè e Maradona». Una grandezza non misurabile in termini di trofei messi in bacheca. «È vero che ha vinto poco rispetto a tanti altri colleghi, ma vogliamo mettere con il romanticismo di aver sempre vissuto la Roma da romano e romanista? Un attaccamento emotivo unico e per questo impagabile»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “Il Gazzettino”.