Il Fatto Quotidiano: “Tra squali, inchieste e flop: lo ‘sceicco’ City al tramonto”

Manchester, una delle capitali mondiali del calcio, si ritrova improvvisamente in ginocchio. Come riportato oggi da Stefano Boldrini su Il Fatto Quotidiano, sia il City che lo United stanno vivendo una crisi profonda, tra risultati deludenti e problemi strutturali che mettono in discussione il loro futuro.

Il Manchester City di Pep Guardiola, reduce da tre sconfitte consecutive e scivolato al settimo posto in Premier League, è nel mirino per le 115 violazioni finanziarie contestate dalla lega inglese. Le accuse, che vanno dai pagamenti opachi ai giocatori alle sponsorizzazioni sospette, potrebbero portare a pesanti penalizzazioni o persino alla retrocessione.

C’è una città illustre in crisi nera nel calcio, ed è una delle più prestigiose del panorama mondiale: Manchester. Una resa incondizionata per entrambe le squadre della città. Il City ha incassato, in casa dell’Aston Villa, la terza sconfitta consecutiva—nona nelle ultime dodici gare—scivolando al settimo posto in Premier League. Lo United, dopo l’eliminazione dalla Coppa di Lega per mano del Tottenham (3-4), è stato umiliato all’Old Trafford dal Bournemouth (0-3), precipitando al tredicesimo posto.

I Red Devils hanno già cambiato allenatore, affidandosi al portoghese Ruben Amorim, ex Sporting Lisbona, subentrato all’olandese Erik Ten Hag. Il City, invece, non mette in discussione Pep Guardiola—fresco di rinnovo fino al 2027—ma nel calcio non c’è mai certezza.

Manchester United, crisi infinita
Lo United è avvitato nei suoi tormenti dal 2013, anno dell’addio di Sir Alex Ferguson. L’ex tecnico scozzese è rimasto nel club come ambasciatore, ma la sua ingombrante presenza non ha aiutato i successori. Tuttavia, il nuovo azionista principale, Jim Ratcliffe, uomo più ricco del Regno Unito, ha deciso di metterlo da parte.

Il crollo del City, una sorpresa choc
La vera notizia, però, riguarda il City, di proprietà dello sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, membro della famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti. La caduta dei campioni d’Inghilterra, vincitori di quattro titoli consecutivi, ha molte cause.

L’inchiesta finanziaria e i problemi legali
Innanzitutto, il City è sotto processo per 115 presunte violazioni delle regole finanziarie della Premier League, salite a 130 nel dibattimento concluso il 6 dicembre. Le accuse riguardano informazioni incomplete sui pagamenti ai giocatori tra il 2010 e il 2016, bilanci sospetti tra il 2009 e il 2018 e compensi opachi percepiti da Roberto Mancini (2009-2013).

Infortuni e calo di rendimento
Poi c’è una lunga serie di infortuni, tra cui quello dello spagnolo Rodri, Pallone d’Oro 2024. A ciò si aggiunge il calo fisico di giocatori chiave come Walker e De Bruyne, e la stagione deludente di Foden e Grealish.

Guardiola sotto accusa
Guardiola, icona del calcio moderno, sta affrontando la prima vera crisi della sua carriera. Preso di mira dai tifosi avversari con cori di “sack in the morning” (“ti licenziano domani mattina”), Pep ha reagito con nervosismo in più occasioni.

Rischi e futuro incerto
Il City rischia grosso: il tribunale potrebbe infliggere una penalizzazione pesante o addirittura decretare la retrocessione in Championship. L’ipotesi più probabile, tuttavia, resta un’esclusione dall’Europa per una stagione, scenario che potrebbe scatenare una fuga di giocatori.

Mercato in crisi e svalutazioni
Secondo il sito Transfermarkt, il valore della rosa del City è già sceso di 78 milioni di euro in due mesi. Tra i 13 giocatori svalutati figurano Ederson, Dias, Akanji, Aké, Stones, Walker, Kovacic, B. Silva, De Bruyne, Doku, Grealish e Foden.

Il caso Haaland
Il nodo di mercato più delicato riguarda Erling Haaland, autore di 18 gol in 24 presenze, ma anche lui trascinato nella crisi. Con una valutazione di 200 milioni di euro e un contratto fino al 2027, il norvegese resta un obiettivo per club come Real Madrid, PSG e Bayern Monaco.

Un futuro pieno di incognite
Nulla sarà più come prima per il City. I tifosi, dopo 13 anni di successi irripetibili, vivono ora il timore di un ritorno alle origini, a quando il club lottava per la salvezza. Un ex povero diventato ricco che teme di risvegliarsi, di nuovo, con le pezze al sedere.