L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” riporta le dichiarazioni di Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico:
«Ci prepariamo a un’intensificazione delle misure visto l’aumento dei contagi e dei ricoveri anche se non abbiamo avuto il tempo di valutare l’impatto degli ultimi provvedimenti, che si misura in 2-3
se ttimane. Però il Cts non chiede il lockdown. Il Cts non chiede e non decide, deve dare valutazioni tecniche collegate a indici epidemiologici e allo stress sul sistema ospedaliero e territoriale. La valutazione spetta al governo, riguarda anche l’economia, la sicurezza, la mobilità, l’accesso ai servizi essenziali».
«Il lockdown come a marzo-aprile è la soluzione più semplice. Paralizzi il Paese e puoi sperare che in 3-4 settimane la catena di trasmissione si interrompa o si attenui. Ma quando l’abbiamo fatto si andava verso l’estate: ora siamo a novembre, arriveremmo in condizioni meno stressanti a dicembre ma all’inizio della stagione influenzale, con la popolazione chiusa
in casa, magari per poi affrontare il periodo natalizio come l’estate nella logica del “liberi tutti” che coinciderebbe con il desiderio di ritorno alla normalità e gli stessi errori. Tutti sulle piste da sci e a febbraio saremmo nella stessa condizione. Si rischia seriamente di arrivare all ’inizio della primavera con i contagi ancora alti».