Il Fatto Quotidiano: “L’Italia e le mascherine. Così truffiamo pure i cinesi: 500 dollari per le certificazioni”
L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” parla della questione mascherine per l’Italia. Per la diffusione dei dispositivi di protezione occorrono le certificazioni da parte degli enti riconosciuti dallo Stato. Questi stessi enti, ora si propongono alle aziende estere ignare della possibilità che basti solo quella che viene definita “dichiarazione di conformità europea”per poter far arrivare i dispositivi in Italia (poi sottoposti al controllo dell’Istituto superiore di sanità o dell’Inail). A.C. è un consulente di un gruppo di imprese italiane che da anni lavora con il mercato asiatico nel settore dei dispositivi di protezione individuale – si legge -. Spiega che negli ultimi tempi in Cina c’è stato un boom di questo tipo di certificazioni. I cinesi sono convinti che quel foglio di carta basti a certificare il possesso di requisiti in linea con quelli richiesti dall’Europa, ovvero la certificazione CE. «Il fenomeno che si sta verificando riguarda molte aziende cinesi–racconta A. C.–che finora hanno prodotto solo per il fabbisogno interno. A Pechino, l’e me rgenza coronavirus è per il momento sotto controllo e quindi queste società si sono affacciate al mercato estero, in particolare a quello italiano che necessita di mascherine e dispositivi di protezione». Si sono così affidati ad alcuni enti, incluso uno emiliano, che hanno fornito certificazioni che, secondo il consulente, «sono ingannevoli». «C’è una società a Shenzhen che promuove gli enti italiani e il rilascio di certificati per 500 o più dollari. Le aziende cinesi così vengono ingannate: quelle documentazioni sono inutili» – ha aggiunto -.