Il Fatto Quotidiano: “Juventus. Non solo bilanci bluff e finti tagli stipendio. La mini-Lega a servizio e il vertice a casa Agnelli”
L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” si sofferma sull’inchiesta che coinvolge la Juventus sul caso plusvalenze.
Il presidente della Figc a cena con un circolo ristretto di presidenti di società di calcio. I debiti “morali” tra Juventus e Atalanta che non finiscono nei bilanci. Il direttore sportivo Fabio Paratici che si muove come fosse a capo di un pool di squadre (una super mini lega). L’allenatore Massimiliano Allegri (non indagato) consapevole di quale scopo avessero avuto le plusvalenze. Calciatori che non fiatano quando la società dice al pubblico (anche quello degli azionisti) che gli hanno ridotto lo stipendio di quattro mensilità mentre hanno già firmato l’accordo per riprenderne tre. E poi:
“Tutte le figure apicali – Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, John Elkann – che avevano “piena e diffusa consapevolezza“ della “gestione foriera di perdita“ e dell’ “eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze ”. Infine persino alcuni “pagamenti in nero” agli agenti dei calciatori. L’inchiesta della Procura di Torino e della Guardia di Finanza (coordinata dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello) non riguarda soltanto (e in modo devastante) la Juventus ma (in modo altrettanto devastante) l’intero sistema calcio. E questo a prescindere dai suoi futuri esiti penali. Vediamo perché.
LA CENA TUTTI IN COLLINA CON IL PRESIDENTE “Sono contrario ai linciaggi di piazza” ha dichiarato tre giorni fa il presidente della Figc, Gabriele Gravina, aggiungendo: “Vediamo cosa emergerà dal procedimento in corso”. È emerso che era a una cena “riservata” e organizzata da Andrea Agnelli, il 23 settembre 2021, in compagnia di Luca Percassi (ad dell’Atalanta), Enrico Preziosi, (presidente del Genoa), Giuseppe Marotta (ad dell’Inter), Paolo Scaroni, (presidente del Milan), Stefano Campoccia (vicepresidente dell’Udinese ), Claudio Fenucci (ad del Bologna) e il presidente della Lega Calcio Paolo dal Pino. “Sono stato invitato dal presidente della Lega Calcio e non mi sembrava corretto declinare l’invito” ha risposto in estrema sintesi Gravina (non indagato) ai pm.
I presidenti non invitati a cena, qualcosina, potrebbero obiettare (ma ci sorprenderebbe). All’indomani dell’incontro Agnelli chiama Percassi: “Spero solo che da ieri sera (…) La presenza di Gabriele (Gravina, ndr) e Paolo (Dal Pino, ndr) era utile (…) Spero che nasca qualcosa perché se no non so cosa fa- re, ne abbiamo parlato io e te quando ci siamo visti qua in ufficio da me. Adesso bisogna che questo elemento qua sia foriero di qualcosa di utile perché se no ci schiantiamo pian pianino (…)”. Utile a cosa? Sarebbe bello se Gravina lo spiegasse (ma ci sorprenderebbe). La Procura aggiunge che, a margine della conversazione, Agnelli “ribadisce che l’obiettivo fondamentale è quello di aumentare i ricavi del calcio italiano”.
Ma torniamo alla dirigenza Juve, accusata di false comunicazioni e manipolazione del marcato, per via delle (presunte) plusvalenze fittizie e di manovre stipendi non comunicate nei bilanci. Il dirigente Federico Cherubini (non inda gato), intercettato, dice che il manager Fabio Paratici “se si svegliava la mattina e aveva mal di testa o beveva un bicchiere poteva firmare per 20 milioni senza dirlo a nessuno”. E ancora: “Dove si è innescato il circuito vizioso nostro? Ronaldo è il successivo, i soldi di Pogba li ho spesi su due clausole. Siamo stati arroganti sul mercato… ”. Già, ma non c’è solo Ronaldo, come spiega Bertola, parlando del rinnovo contrattuale di Giorgio Chiellini: “Se tu vedi il totale della cifra che gli abbiamo pagato, fra stipendi, treni, altre cose, è spaventosa, non c’è criterio nel modo in cui spendiamo i soldi, a partire dallo sport che fa grandi numeri ma anche nel resto dell’azienda, ok? Non c’è da stupirsi se in due anni abbiamo chiesto 700 milioni di euro agli azionisti”.