Il Fatto Quotidiano: “Juventus: Agnelli&C. rischiavano l’arresto”
L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” si sofferma sulla vicenda legata alla Juventus e Agnelli e compagnia che rischiavano l’arresto.
La palla è rotonda, ma i bilanci devono quadrare. E così il cda della Juventus Football club Spa, sotto inchiesta a Torino per falso in bilancio, nel bel mezzo d’un bivio ha infilato la porta: tutti a casa. sa. “Considerata la centralità e rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti”, si legge nel comunicato, è stato ritenuto “conforme al miglior interesse sociale raccomandare che Juventus si doti di un nuovo Cda che affronti questi temi”. La sostanza è che c’è da approvare l’ultimo bilancio. E che la procura piemontese che osserva ogni mossa. Da un lato, apportare delle modifiche potrebbe sembrare un’ammissione di colpa rispetto ai reati contestati per i bilanci precedenti (operazioni che partono dal giugno 2019 e in alcuni casi giungono al maggio di quest’anno). Dall’altro, non modificare nulla, potrebbe apparire una reiterazione del reato. E si sa che le procure, tra i loro doveri, hanno anche quello di impedire i (presunti)reati in corso. Aggiungiamo che i pm torinesi avevano già chiesto, mesi fa, l’arresto ai domiciliari (negato dal gip lo scorso 12 ottobre) per Andrea Agnelli e altri vertici della società bianconera. E che l’ultima contestazione, in ordine cronologico, riguarda un presunto reato tributario commesso appena sei mesi fa: il 2 maggio scorso. Segno tangibile che la procura mette a fuoco ogni atto della società quotata in Borsa.
DI FRONTE AL BIVIO – correggere il bilancio o rischiare una nuova richiesta d’arresto – le dimissioni in massa dal cda, firmate ieri l’altro, trovano una valida spiegazione. Non a caso ieri, dopo le dimissioni, la Procura ha valutato di rinunciare all’appello contro il diniego del gip sugli arresti chiesti un mese fa. Se davvero i bilanci degli scorsi anni siano stati falsati, come sostiene la Procura, andrà provato in un processo. Gli ormai ex vertici della società –Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellani –sono indagati per false comunicazioni sociali e al mercato. Gli investigatori della Gdf coordinati dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello hanno individuato presunte plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid.
Ma il fronte penale non è l’unico. È intervenuta anche la Consob, che si occupa dei diritti degli azionisti e del loro diritto alla “parità informativa ”. Consob nelle scorse settimane ha imposto al club bianconero di “rendere note al mercato” tre elementi: “le carenze e criticità rilevate” nel bilancio 2021, i “principi contabili internazionali applicabili e le violazioni riscontrate al riguardo”, infine “l’illustrazione (…) degli effetti che una contabilizzazione conforme alle regole avrebbe prodotto sulla situazione patrimoniale, sul conto economico e sul patrimonio netto dell’esercizio, per i quali è stata fornita un’informativa errata”. La società, che ha adempiuto in parte, per fornire tutte le informazioni ha dovuto posticipare l’Assemblea degli azionisti, prevista per il 23 novembre, fissandola al 27 dicembre. Non solo. Due giorni fa, il Cda, riguardo le “criticità relative alle Manovre Stipendi”, sulle quali ribadisce di aver agito tra i criteri consentiti, ha “ritenuto di rivedere talune stime e assunzioni”. E questo comporta “rettifiche delle stime di oneri di competenza a fine giugno 2020, fine giugno 2021 e fine giugno 2022”. Quali saranno gli “effetti contabili” di queste decisioni, però, sarà chiaro soltanto nel “nuovo progetto di bilancio di esercizio” e nel “nuovo bilancio consolidato”. Che saranno “esaminati” e “sottoposti all’assemblea dei soci” il 27 dicembre. In quella data, a operare sarà il nuovo Cda della Juventus. Quello precedente, oltre che per i 9 scudetti vinti, resterà nella storia anche per aver dovuto “abbandonare il campo” sotto il peso di un’indagine penale e delle contestazioni della Consob. Gli unici, peraltro, a muovere contestazioni sulla gestione juventina che, stando alle accuse, non ha brillato per correttezza. Il “pianeta calcio” e i suoi vertici invece tacciono: in queste partite, come sempre, tocca palla solo la Procura.