L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” si sofferma su Dazn e sui prezzi degli abbonamenti aumentati.
Nell’estate del 2021, quando Dazn acquistò i diritti tv del campionato di Serie A scalzando Sky come partner privilegiato della Lega del pallone, il prezzo mensile dell’abbonamento era di 29,99 euro e addirittura di 19,99 per chi si fosse abbonato alla velocità della luce sottoscrivendo il contratto entro una certa data. Pagando 29,99 euro al mese – o 19,99, appunto, sfruttando la sottoscrizione-lampo –, l’utente acquistava il diritto di vedere le 10 partite di Serie A su due dispositivi anche in luoghi differenti (ad esempio, un componente della famiglia connesso da casa e un altro connesso da un luogo diverso) con la possibilità di dare la disdetta dell’abbonamento in qualunque momento interrompendo servizio e pagamento.
Ebbene, sono passati due anni e mezzo, a primo triennio ancora in corso Dazn si è assicurata i diritti anche per i prossimi cinque campionati (fino al 2028-29) e la novità, ufficializzata da Dazn nei giorni scorsi ma di cui vi avevo già fornito un’ampia anteprima, è che da oggi, anno di (dis)grazia 2024, vedere le 10 partite di Serie A mantenendo la possibilità, per due membri delle stessa famiglia, di farlo anche da due luoghi differenti costerà – tenetevi forte – 59,99 euro al mese: il triplo rispetto ai 19,99 euro pagati dagli abbonati con sottoscrizione-lampo, il doppio rispetto ai 29,99 euro pagati dagli abbonati-standard al primo campionato, il 2021-22.
Volendo, si può anche scegliere di pagare 34,99 euro mensili ma a patto che la doppia visione contemporanea delle partite avvenga dalla stessa rete internet della propria abitazione; e se si vuole mantenere la possibilità di disdire l’abbonamento in qualunque momento, i 34,99 euro mensili – che vengono pagati anche nei mesi di giugno, luglio e agosto in cui non c’è campionato – diventano 40,99. Ricapitolando: Dazn ha a tutti gli effetti raddoppiato e in certi casi triplicato il costo del suo servizio e lo ha fatto – con la benedizione del Palazzo del calcio – dopo due anni e mezzo di disservizi e di disagi continui rifilati agli utenti. In un Paese serio, in un movimento calcistico serio, la piattaforma in questione avrebbe offerto sconti, e tante scuse, ai suoi abbonati costretti a vedere partite puntualmente interrotte dalla rotellina del buffering.
Se a questo strozzinaggio aggiungiamo il fatto che Dazn non ha nel suo bouquet la Champions League, e cioè il torneo calcistico cui il vero appassionato di calcio non può rinunciare (e per vedere il quale deve necessariamente abbonarsi a Sky raddoppiando così la spesa per il calcio in tv), la conclusione è una sola: il Palazzo del calcio sta cercando di succhiare fino all’ulti – ma goccia il sangue alla gente. E lo fa in questo modo brutale, senza alcun ritegno e senza alcun rispetto verso chi è pur sempre la risorsa principale del suo stesso sostentamento. Come se non bastasse, tutto ciò avviene all’indomani della decisione del Parlamento Ue di cancellare a partire dal 2025 il geoblocking dando la possibilità a tutti i cittadini europei di abbonarsi, volendo, a piattaforme straniere – scegliendo l’abbona – mento e il prezzo più convenienti – anche per assistere a eventi sportivi e partite di calcio: Serie A e Champions League comprese. Insomma, siamo alla mossa della disperazione. E se il modo per combattere la piaga della pirateria televisiva è quello di attentare alle tasche della gente con rapine legalizzate a mano armata, il calcio italiano si scava la fossa con le proprie mani. Ma come si dice: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.