L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” riporta le dichiarazioni di Andrea Gambotto, professore barese in servizio a Pittsburgh, dove lavora su ingegneria genetica, immunoterapie e virus. «Vaccino-cerotto? È il primo e unico studio fino oggi, con dati provenienti da sperimentazione animale già effettuata, pubblicato da una rivista scientifica. Il vaccino costerebbe poco e sarebbe facilmente riproducibile su larga scala. E’ una specie di cerotto, grande quanto l’impronta di un dito, con quattrocento microaghi che in tre minuti si sciolgono nella pelle senza alcun dolore o sanguinamento: rilasciano l’antigene che scatena la risposta immunitaria, la subunità S1 della proteina virale Spike. Rimaniamo sull’ipotesi più ottimistica. Tra uno, due mesi parte la sperimentazione sulle persone. E poi? Correndo, se tutto fila liscio, tra l’autunno e la fine dell’anno potrebbe essere pronto. Sei, sette mesi. E sarebbe un miracolo, ma un miracolo in questo momento possibile rispetto a quanto fatto fin qui e ai dati in nostro possesso».