L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Cosenza e sull’ex rosanero Tutino.
Ci voleva il Cosenza per farlo tornare il Tutino dei tempi belli. E non a caso in estate ha fatto di tutto per riabbracciare il Marulla. La tripletta di sabato con il Venezia – “macchiata” dal giallo che gli farà saltare per squalifica la trasferta con il Südtirol – fortifica, se mai ce ne fosse stato bisogno, questo amore viscerale tra l’attaccante napoletano e la squadra rossoblù. Dopo 21 giornate non gli era mai successo di avere già toccato quota 8 reti, nemmeno nella stagione delle 13 con la Salernitana nella Serie B 2020-2021 che portò alla promozione in A. «Punto alla doppia cifra, ci sono vicino», ha detto Tutino dribblando anche la sfortuna dopo gli otto legni colpiti tra pali e traverse. Ma con un chiodo fisso: «L’importante è che i gol portino punti alla squadra». I 3 con il Venezia sono stati pesantissimi, un pieno di fiducia dopo che nelle precedenti 7 partite erano arrivati 2 punti.
Amarcord È un Tutino sempre più leader, a suon di primati: mai successo nella storia del Cosenza che un calciatore segnasse tre gol nella stessa partita in B. Gennaro ci è riuscito, ed è anche stata la sua prima tripletta tra i cadetti. Soltanto un’altra volta in carriera aveva portato il pallone a casa, sempre in rossoblù: 6 maggio 2018, ultima giornata del campionato di Serie C, segnò 3 reti nel 4-2 sul Trapani, identico risultato con il Venezia. Quella stagione poi i rossoblù vinsero i playoff e centrarono il ritorno in B dopo 15 anni. Oggi Tutino esalta questo gruppo e l’allenatore. «Con tutto il rispetto per il Cosenza degli anni passati, prima si andava a Palermo o a Cremona sperando nel miracolo. Oggi – ha sottolineato l’attaccante – ce la giochiamo con tutti proponendo un buon calcio. Stiamo cercando di portare il Cosenza in una nuova dimensione di campo. E Caserta è il miglior allenatore che ho avuto finora».