L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Catania nel giorno della scadenza dell’esercizio provvisorio.
C’è sempre una scadenza, c’è sempre un appuntamento in Tribunale. Ma c’è anche e sempre una speranza che il Catania sopravviva? Oggi ecco un’altra tappa, quella della scadenza dell’esercizio provvisorio che arriva dopo che la seconda asta competitiva è andata deserta: nessuno si è presentato, come ha scritto in una comunicazione ufficiale il Tribunale. Ma l’imprenditore Benedetto Mancini ha risposto a più riprese che la sua società aveva inoltrato la documentazione per partecipare, ma per un disguido tecnico nulla è pervenuto alla pec del Palazzo di giustizia.
E, allora, oggi da una parte l’imprenditore è certo di poter rientrare come unico pretendente per rilevare il club, ma a patto che versi una caparra di 125mila euro, richiesti per partecipare al bando che aveva come base d’asta la somma di 500mila. Mancini ha chiesto di rilevare il club dopo quelli che a suo dire sono stati errori tecnici al momento della spedizione in Tribunale dell’intero incartamento. Dall’altra c’è un’intera città ormai delusa, svilita, anche offesa per il trattamento che viene riservato a un club storico come quello rossazzurro.
«Sabato abbiamo vissuto – parole di Pellegrino – un altro momento di felicità. I veri valori sportivi sono emersi: tifosi, squadra, prestazione, vittoria. Questo è un altro messaggio che fa bene allo sport. Lo scenario? Grazie al lavoro straordinario dei curatori fallimentari io resto speranzoso per il lavoro che portano avanti da mesi amministrando le sorti del Catania. Spero proprio si possa arrivare a continuare il campionato»