L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul sindaco di Caltanissetta e sul nuovo divieto che ha fatto infuriare i giovani nisseni.
«A volte anche la vetrina di una banca veniva usata come porta per giocare a pallone» . Il gioco più bello del mondo cerca casa a Caltanissetta, dove un’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gambino ha vietato di giocare a pallone nelle vie del centro storico cittadino, nelle piazze e in tutti gli altri luoghi pubblici che non siano idonei a giocare a calcio o ad altri sport praticati con la palla. Eppure tra quelle strade, dove da tempo hanno ormai preso casa realtà come quella afghana o pakistana, si trova ancora qualcuno che con le belle giornate si diverte a tirare contro un muro o contro un magazzino. « Adesso possiamo dire che l’ordinanza è quasi rispettata – dice il sindaco Gambino – ma solo perché fa freddo e nessuno vuole uscire».
Eppure sul tema la discussione è aperta, tra coloro che si lamentano perché la sera il “salotto buono della città” diventa un campo da calcio e coloro che apprezzano perché eventi del genere – dicono – rendono vivo un quartiere altrimenti vuoto. Ormai da generazioni, il centro storico nisseno, a pochi passi dalla bellezza della fontana del Tritone, ha perso un’impronta unica, diventando un meltin pot di culture diverse che rendono multietniche le strade del mercato mattutino, che nel pomeriggio diventano anche posti dove giocare a pallone. « L’ordinanza però – tiene a precisare il sindaco – è rivolta a tutti indistintamente. Anzi, tra coloro che giocano a calcio ci sono tanti gli italiani, ragazzini ma anche grandi. Quello che ho fatto è cercare di portare un po’ di ordine nella città, che non è un campo da calcio ». Dall’altro lato però c’è chi, tra persone e associazioni, chiede degli spazi idonei per giocare. «Bisogna aprire strutture sportive per dare possibilità a tutti di poter praticare ogni attività – dice un ragazzo – se non si può giocare in piazza qual è l’alternativa? » . Il fatto è sostenuto anche dalle associazioni del territorio, come Italia Nostra, le quali confermano che non ci sono alternative e che giocare a calcio nelle vie del centro è una consuetudine e si è sempre fatto. Dall’altro lato però i negozianti non ci stanno e hanno chiesto un intervento, che è arrivato con l’ordinanza del sindaco: «Le nostre saracinesche e le nostre vetrine non possono essere usate come porte, ci vogliono delle regole».
L’ordinanza ha per ora messo in guardia qualcuno invitato ad evitare partite in strada e tra le vie del quartiere “ Provvidenza” e quello della “ Strata a foglia”, dove si svolge il mercatino mattutino. Ma non manca chi tira calci a un pallone, di giorno o di sera, e la tregua sembra piuttosto dettata dal freddo che tiene le persone a casa, come sostiene lo stesso primo cittadino, il quale però spiega che si sta lavorando per offrire dei nuovi spazi per giocare: « Stiamo cercando una soluzione per recuperare i campetti delle scuole e per riqualificare quello che già c’è e sono certo che prima dell’estate troveremo una soluzione». Gambino spiega poi di come sia in atto un progetto di rigenerazione del centro urbano, grazie anche ai fondi che stanno per arrivare dal Pnrr: « Abbiamo ottenuto 11 finanziamenti su 11 progetti presentati per riqualificare il centro storico». Lo scontro sul pallone conta però diverse “tifoserie” e anima il dibattito politico cittadino: «Bisogna far rispettare i luoghi dove storicamente ci si deve riunire per discutere – scrive in una nota Salvatore Giunta di Sicilia per l’Europa – ma i giovani hanno bisogno di sfogo e di spazi idonei». Intanto tra i vicoli ancora qualcuno fino al tramonto, gioca, in attesa che la cena sia pronta e che la madre chiami dalla finestra per rientrare a casa.