Il calcio trema, Fagioli nei guai. Avrebbe scommesso centinaia di migliaia di euro sulle partite di Serie A: “Così fan tutti”
L’edizioe odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sullo scandalo scommesse tra i calciatori. E in particolar modo si sofferma su Fagioli.
C ’è un via vai di mail, incartamenti e telefonate sull’asse Roma-Torino, tornato caldissimo come ai tempi (non troppo distanti) delle plusvalenze. Certe strade, del resto, erano state già battute agli albori dell’inchiesta Prisma, quando la procura della Federcalcio cercava altre risposte (le intercettazioni) sul caso Juve dopo le due assoluzioni nel primo processo. In queste ore i magistrati piemontesi stanno fornendo all’ufficio guidato da Giuseppe Chiné tutto il materiale a loro disposizione che riguarda i calciatori coinvolti nella maxi-operazione sulle scommesse. L’architrave dell’inchiesta sportiva è Nicolò Fagioli. Ma non sarà il solo a finire sul banco degli imputati in un ipotetico processo a gennaio 2024. La posizione del centrocampista è considerata molto grave, anche se potrebbe averla in qualche modo alleggerita lui stesso facendo i nomi di altre persone coinvolte. Il 22enne avrebbe scommesso centinaia di migliaia di euro sulle partite di Serie A, ritrovando lucidità nel momento più complesso con la confessione (più ammissione di responsabilità) alla procura Figc dopo la notifica degli atti di Torino a inizio settembre. Nicolò ha detto molto, forse tutto, raccontando nei dettagli diverse situazioni. Il giro d’affari potrebbe condurre direttamente alla criminalità organizzata: è la traccia che gli inquirenti, oggi, stanno seguendo con attenzione.
Durante l’interrogatorio, a Fagioli sarebbe stato chiesto se fosse a conoscenza della gravità delle contestazioni – almeno tre anni di squalifica – e lui, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe risposto che sì, nell’ambiente se ne parla e che c’è pure formazione sul tema fin dai settori giovanili, ma che “così fan tutti”. E quindi… i calciatori sono consapevoli dei rischi delle scommesse ma sono anche convinti di essere dentro una rete di protezione capace di eliminare certi rischi. Che invece sono notevolissimi. La collaborazione con gli inquirenti permetterà a Fagioli di giocarsi una possibilità nell’eventuale patteggiamento pre-deferimento (sconto di pena fino al 50%, i suoi legali ci stanno lavorando) o post deferimento (un terzo). Ma c’è una possibilità che potrebbe emergere con prepotenza: l’illecito sportivo.
Se, infatti, da Torino dovesse arrivare la certezza che il calciatore ha scommesso sulla sua squadra, oltre all’articolo 24 del codice (“Divieto di scommesse e obbligo di denuncia”), Fagioli dovrebbe rispondere del 30, la cui inosservanza viene considerata più grave anche rispetto alla mancanza di lealtà, correttezza e probità di cui all’art. 4, comma 1, quello che individuò il “sistema plusvalenze” della Juve. L’illecito sportivo è “il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione” e prevede una squalifica non inferiore a 4 anni. Dalla procura ordinaria stanno arrivando in Via Campania anche gli screenshot delle scommesse effettuate dagli atleti sui propri smartphone. Anche di quelle che potrebbero riguardare Zaniolo e Tonali, che Chiné interrogherà nei prossimi giorni avendoli già indagati. Soltanto dopo, verrà chiusa l’indagine su Fagioli: tempo una settimana, due al massimo. Intanto, dopo diverse ore di silenzio, la Juventus ha fatto sentire la propria voce tramite una nota: «In merito a quanto riportato da alcuni organi di informazione, Juventus FC precisa che non appena ricevuto notizia di un possibile coinvolgimento del proprio tesserato Fagioli sul tema delle scommesse ha immediatamente e tempestivamente preso contatto con la Procura Federale».