Il calcio italiano trema. Partite truccate e ammonizioni facili: spunta l’ombra della frode sportiva

L’edizione odierna de “Il Corriere della Sera” si sofferma sullo scandalo scommesse e le partite truccate, spunta anche l’ipotesi di frode sportiva.

Non è un’ipotesi di reato — menche meno formalmente contestata — ma di lavoro sì: per questo, volendo «indagare a 360 gradi», la Procura di Torino e la Squadra mobile faranno verifiche anche su eventuali profili di frodesportiva, appunto, nell’ambito dell’inchiesta che ha finqui scoperchiato un giro di scommesse illegali. Al quale, nel ruolo di utenti, avrebbero partecipato Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Dagli atti e indizi fin qui raccolti dagli investigatori non sarebbero comunque emersi elementi da far pensare a partite il cui risultato sia stato alterato: a sfide truccate,
insomma.

Del resto, l’indagine, coordinata dal pubblico ministero Manuela Pedrotta, ipotizza «l’esercizio abusivo di attività di gioco ediscommessa», come previsto dalla legge numero 401 del 1989. Detto che l’inchiesta è complessa e che non ha (o non aveva) il calcio scommesse tra i suoi principali obiettivi, un impulso a quest’ultimo filone potrebbe arrivare dagli smartphone e dagli altri strumenti elettronici sequestrati la settimana scorsa a Tonali e Zaniolo, con il blitz della polizia nel ritiro azzurro di Coverciano. È stata infatti ultimata la cosiddetta copia forense dei telefonini e dei tablet, e ora è iniziata l’analisi di tutto il materiale e, in particolare, delle chat (numerose).

In fondo, è proprio dai dati del cellulare di Fagioli, consegnato al momento del suo interrogatorio l’estate scorsa, che hanno preso il via gli accertamenti su alcuni giocatori di serie A. Ieri mattina, intanto, sono stati annodati i primi contatti tra i magistrati torinesi e i difensori dei calciatori, tra i quali s’è visto al palagiustizia l’avvocato Marco Feno, uno dei legali dell’ex milanista. L’idea sarebbe quella di mettere in agenda al più presto gli interrogatori degli indagati: l’ufficio requirente guidato dal Procuratore reggente Enrica Gabetta non ha alcuna fretta, sul punto, piuttosto potrebbero averla Tonali e Zaniolo. Un passaggio obbligato attraverso il quale i calciatori vorrebbero chiarire la propria posizione e spiegare come e quando si sono avvicinati alle piattaforme illegali e svelare loro ambiti di scommesse.

Dopodiché, l’idea sarebbe quella di seguire le orme di Fagioli: chiedere di essere sentiti anche dalla Procura della Federcalcio e, infine, trattare per un patteggiamento in sede di giustizia sportiva. Accordo che il centrocampista bianconero potrebbe raggiungere già entro questa settimana: l’obiettivo sarebbe quello di contenere la squalifica sotto l’anno, davanti a una pena prevista di tre. Uno degli aspetti più spinosi, dal punto di vista investigativo, sarà accertare su cosa abbiano effettivamente scommesso i giocatori: se Fagioli e Tonali hanno ammesso puntate sul pallone (nel caso dello juventino le sue dichiarazioni troverebbero conferma nel l’analisi del telefono), Zaniolo ha fin qui sostenuto di essersi avventurato solo in alcuni giochi di carte. Sempre su piattaforme illegali, però.