PALERMO

Iachini: «Palermo, tutto passa dai risultati»

L’edizione odierna de “La Repubblica – Palermo” riporta un’intervista all’ex allenatore rosanero Beppe Iachini.

C’è anche De Sanctis nel ruolo di diesse. «Altra persona valida. A conferma delle potenzialità di una dirigenza che è concentrata sul far bene e non lascia nulla al caso».

Tornando al 2013, sicuramente il suo fu un trionfo da applausi. «Trovai calciatori da subito disponibili al 100%. Delle spugne. Iniziammo bene il percorso e, strada facendo, valorizzammo anche parecchi ragazzi poi diventati nel panorama calcistico importanti come Dybala, Vazquez e Belotti».

Iachini: «Palermo, serve personalità. I tifosi chiedono quello che meritano per l’importanza del club»

Un trio delle meraviglie partito in sordina e poi messo in luce. «Belotti, infatti, era un giovane dell’Albinoleffe, in C. Dybala un semplice ragazzino che aveva calcato i campi della B argentina, ancora in cerca della sua collocazione. Uno come Vazquez era addirittura fuori rosa. A gennaio lo feci reintegrare immediatamente».

Un mix riuscitissimo? «Tanti giovani di belle speranze uniti a qualche chioccia esperta come Sorrentino, Barreto, Maresca, Vitiello, Rispoli, con cui si riuscì a costruire un feeling e una buona organizzazione generale. Avevamo una concentrazione massima che ci permetteva di esprimerci sia in casa che in esterna».

Tutto troppo facile? «Non proprio. Quella compagine viveva un periodo particolare: veniva da una retrocessione giunta attraverso delle vibranti polemiche e c’erano tante sollecitazioni. Ma anche ambizione. Puntammo sul lavoro metodico, ricercando il prima possibile un’idea di gioco ma anche l’atteggiamento corretto e la mentalità vincente da trasferire ai giocatori».

Qualità che i sostenitori vorrebbero ammirare anche adesso, già dopo la sosta. «Il Modena è un antagonista tosto che conosce bene la categoria, ma ci sono tutti crismi per stupire. E non solamente a Modena».

In che senso? «Penso che la società, nel complesso, abbia costruito un gruppo che fino alla fine potrà dire la sua. Con quattro campionati vinti un po’ me ne intendo (ride ndr.)».

Per la A, quindi, non è ancora detta l’ultima parola?
«Quando arrivai la prima volta in Sicilia ereditai una squadra tredicesima e contestata. Con l’impegno abbiamo riportato 30.000 persone allo stadio. I sogni esistono, ma ovviamente tutto deve poi passare dai risultati».

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Redazione Ilovepalermocalcio