L’edizione odierna de “La Repubblica – Palermo” riporta un’intervista all’ex allenatore rosanero Beppe Iachini.
Il suo nome è scolpito nella storia del Palermo, così come l’annata 2013-14 che permise ai rosanero di riconquistare la A dopo appena un anno di assenza travolgendo qualunque avversario. Record assoluto di punti, ottantasei, e obiettivo raggiunto con cinque giornate di anticipo. Il capolavoro di Beppe Iachini, che ereditò la formazione dall’esonerato Rino Gattuso in un momento similare a quello odierno con il quale è possibile creare un parallelismo. All’ottava giornata, dopo due panchine di Iachini che affondò 3-0 la Juve Stabia al “Barbera” e pareggiò 1-1 in trasferta col Brescia, i punti erano gli stessi di oggi: undici. «Ne venne fuori una cavalcata bellissima, trionfale e vissuta a suon di traguardi infranti. Bei ricordi, indimenticabili».
Ma il Palermo, al suo arrivo, aveva già perso in casa con l’Empoli. «Attenzione. Quella non mi appartiene, io ancora non ero arrivato. Inciampammo seriamente solo contro il Latina».
E con il Carpi. Ma quella è una gara a parte. «Terz’ultimo incontro della stagione, stavamo già festeggiando la promozione da qualche settimana ed era comprensibile. Non fa testo».
Comunque imbattibili. Al contrario di questo Palermo che tra le sue mura stenta. «Situazione complessa, forse bisognerebbe viverla dall’interno per capirne bene le motivazioni. Sicuramente a Palermo c’è moltissima pressione, è una piazza che richiede tanto. Chi indossa quella maglia sa che ci sono grandi aspettative che poi vanno confermate durante il campionato».
Come si fa ad uscire dal baratro trovando la giusta continuità?
«Oltre a un alto livello tecnico serve un input caratteriale. Ma anche personalità e spirito. Perché questa è una città che pretende molto. In fondo, ha una storia scolpita negli annali del calcio».
Intanto dopo l’ultima batosta sono arrivati anche i fischi
«I tifosi chiedono quello che meritano data l’importanza del club. Pretendono che una determinata consapevolezza sia riportata sul campo. Ma si devono preparare i presupposti perché questo possa avvenire».
E come si fa?
«È necessaria un’empatia immediata tra tutte le parti coinvolte. Il Palermo ha le carte in regola per potercela fare. L’organico è stato ulteriormente rafforzato e c’è anche un ottimo allenatore come Dionisi. Insomma, le componenti per far bene sono sul piatto».