L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul calcio minore che verrà trasmesso in diretta su Facebook.
Un fenomeno mediatico che sta appassionando tutti i calciofili d’Italia. Il Torregrotta, società messinese che milita nel campionato di seconda categoria, è una delle squadre dilettantistiche più “social” con i suoi 7 mila follower su Facebook. Merito della partnership con la pagina Facebook Calciatori Brutti, che di follower ne ha quasi 3 milioni e ha scelto di seguire il Torregrotta trasmettendo ogni domenica le gare in diretta. Una sorta di Campioni 2.0, ricordando il Cervia di Ciccio Graziani.
«Siamo stati contattati — racconta il vice presidente del Torregrotta Mario Nastasi — dagli amministratori di Calciatori Brutti. Hanno detto che la nostra società sarebbe stata perfetta per un nuovo format. Il Torregrotta ha un passato glorioso e fino al 2018 ha sempre militato tra Eccellenza e Promozione. Calciatori Brutti ha scelto il nostro paese, che ha meno di 7 mila abitanti, per raccontare chi ogni giorno vive il calcio di periferia con passione. La prima diretta stagionale ha avuto un successo pazzesco con quasi 400 mila visualizzazioni. Ma è rilevante anche l’aspetto benefico: da questa iniziativa è partita una raccolta fondi da parte dei follower di Calciatori Brutti e con il ricavato è stato acquistato un defibrillatore».
Torregrotta, dunque, fa un gol per il sociale, oltre che essere diventata virale sui social.
Ed è diventato virale anche il portiere Salvatore Nastasi, classe 1964, che nonostante la veneranda età di 57 anni continua a tuffarsi da un palo all’altro: «Mi diverto come un matto — dice Salvo — ho 3 figli e sono anche nonno di 3 nipotini che spesso vengono a vedermi. Lavoro in un’azienda metalmeccanica ma il calcio è la mia più grande passione e nonostante i tanti infortuni e gli acciacchi dell’età continuo a divertirmi. Potrei essere il papà di tanti miei compagni, cerco di motivarli e stimolarli. Ma già le telecamere di Calciatori brutti sono un grande stimolo. Ci riconoscono per strada, nei bar e nei negozi».