I presidi alla ministra Azzolina: “Impossibile così l’esame di Terza media”
Secondo quanto riporta “Repubblica”, confuse e inapplicabili, sono, sostengono i presidi, le indicazioni innanzitutto sugli esami di fine ciclo, in particolare quello di terza media, e poi gli atti ministeriali sulle valutazioni di fine anno.
Sui social diversi dirigenti scolastici si sono espressi appena conosciute le ordinanze ministeriali: “Per la Terza media non ci sono i tempi, la ministra Azzolina lasci che ogni scuola costruisca il proprio calendario”. Ieri è intervenuta direttamente l’Associazione nazionale presidi, fin qui sobria sui giudizi sull’operato della ministra Lucia Azzolina.
L’Anp, presieduta da Antonello Giannelli, ha scritto: “Alle scuole è richiesto di varare, in tempi strettissimi, indicatori non solo sulla valutazione dell’elaborato, ma soprattutto su quella del percorso triennale. Ogni dirigente della secondaria di primo grado si troverebbe a dover riunire il collegio per deliberare i criteri di valutazione, dovrebbe, quindi, riunire i consigli di classe per declinare criteri e modi, individuare la tematica da assegnare ad ogni alunno e formulare proposte sul calendario delle presentazioni, infine dovrebbe assegnare un termine congruo per la formulazione dell’elaborato, almeno una settimana, e partecipare, presiedendo i rispettivi consigli, alla presentazione degli elaborati”.
Calcola l’associazione: sei classi terze di 25 alunni richiedono, per una simile attività, almeno 13 giorni, “compresi i sabati”. Tutto questo avrebbe luogo mentre si sta svolgendo ancora la Didattica a distanza per tutte le classi e, dunque, il faticoso percorso per la tesina d’esame – l’elaborato concordato, appunto – potrebbe costruirsi solo nei pomeriggi liberi dei docenti.
Con le nuove regole emergenziali, la presentazione del testo facilitato da parte dello studente dovrebbe avvenire “entro la fine delle lezioni”. Il calendario regolare prevede il termine dell’anno scolastico, a seconda delle regioni, tra il 6 e il 10 giugno, un mese quindi. Tenendo conto dei “tredici giorni in media” ipotizzati dall’Anp, la chiusura dell’esame di Stato (online) andrebbe a finire tra il 19 e il 23 giugno, scavallando nel periodo di inizio (il 17 giugno) dei colloqui per l’esame di quinta superiore, la Maturità. “Sono tempi troppo stretti”, scrive l’Anp. Tra l’altro, l’ordinanza ministeriale deve passare ancora il vaglio del Consiglio di istruzione superiore.
I presidi contropropongono – di fronte a “uno sforzo organizzativo oggettivamente spropositato rispetto all’attività da compiersi e senza nessuna garanzia di effettiva fattibilità” – di lasciare all’autonomia delle istituzioni scolastiche la calendarizzazione delle operazioni d’esame, prevedendo che queste si concludano entro il termine, “realistico”, del 30 giugno. Segnala, ancora, l’Associazione nazionale presidi “la grande aleatorietà della valutazione finale, con possibilità di esplosione del contenzioso, dato che i genitori sono (giustamente) molto attenti al voto di diploma”.
Complicato appare poi, di fronte a promozioni di alunni con insufficienze direttamente a cicli successivi (dalla quinta primaria alla prima media e dalla Terza media alla prima superiore), dettagliare un piano di apprendimento individualizzato che successivamente dovranno gestire nuovi docent: “Questa disposizione può creare molta confusione, data la diversa provenienza degli alunni – anche da scuole diverse – e la conseguente diversa calibratura dei piani di apprendimento”. E’ sempre l’Associazione presidi che parla e poi propone: “Servirebbe un test di inizio anno – come già accade con le matricole universitarie – realizzato nell’istituto dove si inizia il nuovo percorso”.
Le direttive ministeriali fin qui emesse regalano, ancora, un ingorgo di valutazioni sullo studente: “Nel fascicolo di un alunno di classe terza della scuola secondaria di primo grado potranno esservi fino a ben quattro documenti finali distinti: 1) il documento di valutazione; 2) la certificazione delle competenze; 3) il piano degli apprendimenti individualizzato; 4) il piano di integrazione degli apprendimenti.
L’associazione dei collaboratori dei dirigenti scolastici (Ancodis) arriva alle stesse conclusioni: “I tempi di svolgimento dell’esame di Terza media sono fuori da ogni logica, occorre estendere le procedure della prova fino al 30 giugno lasciando all’autonomia scolastica le modalità organizzative e gestionali, comprese quelle di prevedere per gli alunni con dispositivi o connessione inadeguata la possibilità di uno spazio fisico a scuola nel più rigoroso rispetto di tutte le norme di sicurezza”.
Infine, la questione voti, la cosiddetta decimologia. Sottolinea il problema la responsabile scuola del Pd, Camilla Sgambato, aprendo un altro fronte dello scontro tra il Partito democratico e la Azzolina. “La gravissima situazione che stiamo vivendo impone di rivedere la questione della valutazione, per il primo ciclo o almeno per la scuola primaria. La Didattica a distanza ha mostrato forti criticità e non è riuscita a raggiungere la totalità degli studenti allo stesso modo. Oggi più che mai la valutazione ha bisogno di recuperare tutto il suo significato di dar valore a ciò che gli studenti hanno vissuto in questi mesi da incubo. Bisogna sospendere la valutazione con voto in decimi, almeno per la scuola primaria, perché corre il rischio di accentuare le diseguaglianze sociali, economiche, di condizioni abitative e culturali delle famiglie”.