I giocatori di A chiedono massima sicurezza, ma crescono i timori per i contagi e gli infortuni
Secondo quanto riporta il “Corriere dello Sport”, no ai maxi ritiri. Tanta paura sia per i possibili contagi sia per i possibili infortuni. I rappresentati Aic delle formazioni di A che ieri hanno parlato della ripresa del campionato non sono tranquilli. I giocatori hanno da giorni preso posizione pubblicamente sottolineato la loro volontà di tornare in campo se saranno garantite le condizioni di sicurezza, ma in realtà hanno parecchi dubbi che ciò sia possibile.
No ai ritiri – L’Associazione sta portando avanti una linea comune, ma le posizioni di tutte le squadre di A non sono uguali. La paura più diffusa è quella di contrarre la malattia e poi di trasmetterla ai familiari. Una bella mano la darebbe un maxi ritiro ovvero stare per tutta la durata del precampionato e del campionato “blindati” all’interno di centri sportivi (o hotel) sanificati, ma questa ipotesi è scartata da coloro che dovrebbero andare in campo. Dopo essere stati per 2 mesi in casa, i giocatori non accetteranno mai di restare lo stesso periodo (o di più) in ritiro. Anche la prospettiva di doverci rimanere 2-3 settimane non è ben vista, ma 14 giorni di “isolamento” in questo momento sono considerati dagli scienziati il minimo sindacale.
Infortuni, tamponi e settembre – Un discorso a parte lo meritano gli infortuni, considerati sempre in agguato, soprattutto perché alcuni fisici sarebbero pure minati dalla malattia. E poi c’è il caso tamponi: i calciatori non vogliono passare come una categoria di privilegiati che ha grandi quantità di test molecolari spesso negati alle altre persone. E’ un’immagine che l’Aic odia. Se fosse possibile i giocatori vorrebbero che questo campionato riprendesse a settembre, quando forse il virus sarebbe stato depotenziato dal caldo estivo. Sarebbe una soluzione? Forse, ma i paletti fissati dalla Uefa non lasciano grandi margini di movimento. Per quel che riguarda i tagli agli stipendi, nessuna presa di posizione comune: ogni spogliatoio dovrà risolvere la vicenda a modo proprio.