Sicilia, i centri estetici alla Regione: «Fateci aprire in sicurezza»

Secondo quanto riporta “La Sicilia”, dopo due mesi di lockdown, la fase due ha consentito la ripartenza di alcune attività, ma sono state lasciate fuori dalle attività che potevano riaprire le categorie appartenenti ai centri estetici, attività tra le più colpite dalla crisi dovuta alla pandemia, ma per i quali tuttavia si apre uno spiraglio, con l’ipotesi di riapertura prevista per il 18 maggio.

Pierfrancesco Laudani delegato di Confestetica per la Sicilia con 1088 centri estetici in tutta la regione, è titolare, insieme alla moglie Agata Pellegrino del Centro Estetico Beauty Zone di Acireale. Nei giorni scorsi ha fatto pervenire a nome degli iscritti un’istanza indirizzata al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e all’assessore alla Salute, Ruggero Razza, per informarli che l’unico protocollo di sicurezza anticontagio preso in considerazione dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli è quello di Confestetica, la quale ha redatto il documento con l’ausilio di una task force rappresentata da virologi e immunologi del presidio ospedaliero Malpighi Sant’Orsola di Bologna, medici del lavoro dell’Università di Bologna, oltre ai professionisti del settore estetica a livello nazionale.

«Per noi la ripresa è fondamentale – spiega Laudani – ad oggi abbiamo ricevuto, come tante partite Iva e liberi professionisti solo i 600 euro, che non possono coprire il grave deficit causato dai mancati incassi e le spese comunque sostenute per utenze e affitti, nonché per gli ulteriori investimenti per i dispositivi di protezione. La motivazione dell’istanza, è un pressing affinché venga autorizzata l’apertura dei centri estetici che si differenziano comunque da altre categorie, in termini di indice di rischio secondo le tabelle Inail che pone la categoria degli estetisti in una fascia “medio-alta”. Altra motivazione fondamentale per la richiesta della riapertura – prosegue – è l’aspetto epidemiologico registrato in Sicilia con 3.288 casi di Covid-19 e 251 decessi e che non può essere paragonato, alle Regioni come la Lombardia dove il Covid-19 ha espresso la sua maggiore virulenza con un numero di casi nettamente superiore.

«Siamo in grado di garantire un percorso sicuro – sottolinea Laudani – sia per gli operatori che per gli utenti, a partire dalla telefonata, in cui viene richiesto alla clientela la garanzia di non aver accusato negli ultimi 14 giorni alcuna sintomatologia, per poi contingentare la clientela come da prassi nel rapporto uno-a-uno in stanze separate ed areate, caratteristiche “di default” che i centri estetici hanno sempre garantito. Qualora dovessero concederci l’apertura anticipata sarà posta maggiore attenzione alla igienizzazione degli ambienti, degli strumenti di lavoro, con prodotti medicali oltre all’utilizzo di mascherine chirurgiche e Ffp2 per i trattamenti al viso, nonché la visiera. In sintesi i centri estetici erano già pronti prima del lockdown e lo saranno ancora di più alla ripartenza (che adesso pare sia fissata per il 18 maggio). Sono stati due mesi di enorme “vuoto” – conclude Laudani – rappresentato da uno Stato Centrale che si è limitato ad erogare un solo versamento di 600 euro e continuare a fare conferenze stampa, Dpcm ed autocertificazioni per gli spostamenti, degni delle migliori collezioni di libri gialli d’autore».