Huffington Post: “L’elettore del referendum come Zamparini. Brandisce la matita a mo’ di…”
Su “Huffintongpost.it”, si legge un curioso parallelismo tra il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, e l’elettore italiano in occasione del referendum. Di seguito quanto apparso sul sito in questione, dove la fama di mangia-allenatori del patron friulano ed il conseguente continuo cambiamento, vengono associati alla bramosia di “novità” del popolo votante:
“Per quei pochi che non lo conoscono, Maurizio Zamparini, è un vulcanico e ingegnoso imprenditore. I magazzini Emmezeta (dalle sue iniziali), poi venduti ai francesi erano farina del suo sacco. Come tanti altri ha la passione del pallone ma, a differenza di tanti comuni mortali, può permettersi di comprare squadre e fare il presidente.
Ha avuto anche una breve infatuazione per la politica ma, a differenza del suo illustre collega Silvio Berlusconi, non è riuscito a sfondarvi. La sua peculiarità è divorare allenatori come Crono i suoi figli, una voracità compulsiva che ha fagocitato ben 48 mister nel corso delle sue gestioni, prima a Venezia ora a Palermo. Il suo capolavoro, da guinness, la scorsa stagione con ben otto avvicendamenti.
Appena la squadra galleggia in acque torbide o quando gli salta la mosca al naso taglia la testa del suo tecnico, senza analizzare il contesto, le conseguenze o la squadra che gli ha messo in mano. Nella politica è lo stesso ed è l’elettore-Zamparini a dettare legge con una pazienza, sempre più caduca che mal si concilia con i tempi, spesso lunghi, per un’efficace azione di governo.
Lui (questo identikit non è ovviamente onnicomprensivo di tutti) pretende senza voler dare, getta la carta a terra ma esige marciapiedi specchiati, non paga il biglietto ma guai all’autobus che ritarda, parlano di diritti e mai di doveri. Il suo voto è sempre “contro” chi non gli ha garantito tutto questo. Anche se ha costruito una squadra da mezza classifica lui vuole andare perlomeno in Champion’s League. Se non ti qualifichi, possibilmente con parecchie giornate d’ anticipo, lui ti esonera.
Sa di possedere come unica arma una matita (indelebile naturalmente) e la brandisce a mo’ di lama per recidere premier, sindaci, presidenti di regione. Cambiare, cambiare e ancora cambiare come unica ricetta e panacea di tutti i mali. Tanto morto un papa se ne fa sempre un altro. Dal 1994 il corpo elettorale ha assunto un potere decisamente più forte rispetto alla Prima Repubblica in cui i governi si facevano e disfacevano a Piazza del Gesù, sede della Democrazia Cristiana. Mattarellum e Porcellum hanno consentito ai cittadini di “suggerire” al Quirinale chi mandare a Palazzo Chigi […]. Ora il nuovo anelito ha scelto di confermare la Costituzione per cambiare anche Renzi. La panchina dell’Italia sta per tornare vacante, per chiunque vi si accomoderà le matite sono già pronte e affilate”.