Matteo Brunori è il protagonista di una lunga intervista realizzata da “Sportweek” nel quale il bomber rosanero si racconta a 360° tra campo e vita privata.
Ecco un estratto:
“E quali sono, le tue qualità?
«Sono uno che si mette a disposizione della squadra…»
Questo lo dicono tutti.
«…e sono abbastanza bravo tecnicamente».
Allora facciamo la pagella: piede sinistro? «Gli do la sufficienza».
Piede destro. «Sopra la sufficienza».
Arriviamo all’8? «Sette e mezzo».
Colpo di testa? «Scarso. Qualche gol l’ho fatto, ma non sono un colosso».
Dribbling. «Sei e mezzo abbondante».
Visione di gioco e assist. «Sufficienza. La cosa che mi piace di più è fare gol. (ride). Velocità Tra sette e sette mezzo».
Cosa ci vuole per arrivare in A? «Continuità nel fare bene. Bisogna dare il massimo in tutte le partite».
Hai già 27 anni: finora dove sei stato? «Ho fatto un percorso tortuoso, ma sono contento perché mi ha fatto capire tante cose. Ho toccato il fondo e in quel momento ho svoltato, perché l’alternativa sarebbe stata mollare e trovarmi un lavoro. Il mio sogno era giocare al calcio e non potevo permettermi di mandarlo in frantumi. Non ne avevo il diritto».
Quale lavoro avresti fatto, se avessi chiuso col calcio? «Qualsiasi cosa. Ho smesso con la scuola al quarto anno di liceo, dunque non ho neanche un diploma. Ma in famiglia ero io a portare i soldi, dunque qualsiasi occupazione me la sarei fatta andare bene».
E perché avevi toccato il fondo? «Perché nel 2015, dalla Pro Patria, in C, ero precipitato di nuovo in Eccellenza e non ci stavo più con la testa. In quel momento pensavo che il calcio non sarebbe stata la mia vita. Non mi sentivo pronto per giocare. Già prima non riuscivo a esprimermi come avrei voluto, arrivato a quel punto credevo di aver chiuso col calcio»”.