“Ho detto no alla Nazionale”: ha rifiutato la chiamata azzurra… per amore | Spalletti resta interdetto
Rivelazione clamorosa da parte del tecnico, che ha rifiutato la panchina della nazionale italiana per ragioni di cuore.
La panchina della nazionale è il sogno di qualsiasi allenatore. Sono tanti infatti i tecnici che non hanno saputo dire di no alla chiamata del proprio paese, accettando immediatamente l’incarico, al netto di mille difficoltà e di scelte ben precise prese in passato.
Basti pensare ad esempio a Luciano Spalletti. Dopo aver vinto lo scudetto ed essersi separato dal Napoli, il mister di Certaldo ha deciso di prendersi un anno sabbatico. Tuttavia dopo il clamoroso addio di Roberto Mancini, volato in Arabia Saudita, e la chiamata dalla FIGC, non ha saputo rifiutare, ed è tornato subito in gioco.
Ma con grande sorpresa c’è stato qualcuno che un po’ di tempo fa ha chiuso le porte in faccia alla selezione quattro volte campione del mondo. L’allenatore in questione infatti di recente ha rivelato di aver rifiutato l’offerta per questioni di cuore. Un racconto impensabile dunque, che ha lasciato senza parole tifosi ed appassionati.
Nazionale? No grazie
Prima dell’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra erano stati fatti diversi nomi. E come al solito anche in passato la situazione si è ripetuta. Tra piste false e cambi repentini di idea, c’è stato un allenatore che però ha deciso di rifiutare la proposta della Federazione italiana.
Stiamo parlando di Claudio Ranieri, attuale tecnico della Roma. Nel corso di una recente intervista rilasciata ai microfoni di La Gazzetta dello Sport, il mister ha risposto così ad una domanda su una chiamata in passato da parte della nazionale azzurra. “Sì, c’è stato un momento. Albertini mi ha detto spesso: ‘Sei stato l’unico che mi ha detto di no‘. E sapete perché? Perché di mezzo c’era sempre la Roma, che per me è una cosa speciale”.
Quando è arrivato questo rifiuto?
E’ possibile, anzi quasi certo, che Ranieri abbia detto di no alla Nazionale italiana durante una delle sue precedenti esperienze in giallorosso.
Un gesto fatto appunto con amore nei confronti della squadra che tifa sin da bambino, e che ha avuto la meglio anche sul richiamo del proprio paese. Atto non scontato, soprattutto nel calcio di oggi, dove si cambia bandiera da un momento all’altro.