“Ho chiesto di non andare più a Napoli”: VERGOGNA IN SERIE A | Lettera ufficiale alla FIGC e all’AIA

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Ennesimo scandalo nel calcio italiano, che questa volta coinvolge gli arbitri: adesso arrivano pesanti sanzioni dalla FIGC.

La Serie A continua a essere al centro di accese polemiche per i numerosi errori arbitrali che si susseguono giornata dopo giornata. Nonostante l’introduzione del VAR, che avrebbe dovuto ridurre drasticamente le sviste e che invece non ha fatto altro che peggiorare la situazione, le decisioni discutibili sembrano moltiplicarsi, generando frustrazione tra tifosi, allenatori e giocatori.

Queste polemiche però purtroppo non lasciano il tempo che trovano, ma hanno effetti pesanti sugli stessi direttori di gara. Insulti dai tifosi, a volte anche da calciatori e allenatori, ma soprattutto casi di violenza ai loro danni nelle categorie inferiori. Basti pensare ad esempio a quanto accaduto ad un giovane arbitro 19enne nei giorni scorsi, aggredito sul terreno di gioco a Catania.

Quanto però è venuto alla luce nelle scorse ore se vogliamo comporta una situazione ben più grave del previsto. Un direttore di gara ha infatti fatto una confessione a dir poco terribile, scatenando la vergogna di tutto il movimento calcistico italiano. Vediamo di che cosa si tratta.

La rivelazione assurda del direttore di gara

Nei giorni scorsi hanno generato non poco scalpore le parole dell’arbitro di Serie A Marco Guida. Durante un’intervista ai microfoni di Radio Crc infatti ha fatto una confessione clamorosa.

Ad una domanda sulle limitazioni territoriali sugli arbitri infatti questo ha risposto chiaramente di aver chiesto in modo esplicito di non dirigere le gare del Napoli per una motivazione assurda.

Guida/ fonte Lapresse- ilovepalermocalcio.com

”È una scelta personale”

”Io e Fabio Maresca possiamo arbitrare tranquillamente a Napoli, ma abbiamo deciso di non farlo poiché il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città come Milano. Non ci sono linee territoriali, ma abbiamo fatto solo quello che riteniamo fosse più opportuno. Io vivo la città di Napoli e abito in provincia. Ho tre figli e mia moglie ha un’attività. È una scelta personale. La mattina devo andare a prendere i miei figli e voglio stare tranquillo”.

Guida ha poi proseguito. ”Il calcio da noi viene vissuto come molta emotività. Quando ho commesso degli errori non era così sicuro passeggiare per strada, così come andare a fare la spesa. Pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire due giorni di casa per svolgere le mie attività sportive non mi fa sentire sereno. Ma l’Aia ci ha dato piena libertà di poter arbitrare qualsiasi squadra in qualsiasi momento”