L’attaccante rosanero Thomas Henry, intervistato da Massimo Norrito per La Repubblica – Edizione Palermo in edicola oggi, si racconta a tutto tondo. Dalle difficoltà della passata stagione a Verona fino al presente in Sicilia, il centravanti francese condivide riflessioni sul suo rendimento, la squadra e le ambizioni future.
Sul periodo a Verona e l’episodio con D’Aversa
«Per me è un capitolo chiuso. In campo si lotta e siamo tutti professionisti. Poi tutto finisce lì. È vero però che a prescindere da quell’episodio, quella passata a Verona è stata una stagione difficile a livello umano. Ho pagato anche errori degli altri. Dovevo cambiare aria e per fortuna ho trovato un ambiente come Palermo. Ci sono state cose fuori dal campo che hanno utilizzato contro di me e contro la mia famiglia e questo non lo posso accettare».
Sul bottino di due gol finora
«Sappiamo tutti che nel mondo del calcio di oggi le statistiche sono importanti e quindi risalta il fatto che abbia messo a segno due gol. Ma io sono contento perché ho ritrovato quel tipo di lavoro che facevo prima. Lavoro tanto per la squadra e mi sacrifico per il gruppo. Poi è chiaro che devo pensare anche a me e pormi delle domande. So che posso fare molto meglio e sarà l’obiettivo del lavoro che farò nelle prossime settimane».
Sul modulo e il lavoro di squadra
«Io ho un po’ di esperienza e posso dire che mi piace giocare in tutti i modi. Non voglio trovare scuse al mio rendimento, ma studiare il migliore assetto non è il mio lavoro e soprattutto so che i moduli possono contare poco. Ho giocato in tre campionati europei diversi e con tutti i moduli. Mi trovo bene con il 4-3-3 e sono sicuro che possiamo rendere meglio anche con questo modulo. Ci mancano solo quei due centimetri che fanno sì che un risultato arrivi oppure no. Ecco, il nostro obiettivo futuro sono proprio quei due centimetri».