Ha la febbre da un mese ma nessuno le ha fatto il tampone: «La mia pratica è andata persa»
“Fanpage” ha riportato la storia di Angelica Massafra (CLICCA QUI), ballerina di burlesque che da un mese manifesta sintomi influenzali compatibili con il Coronavirus: febbre, difficoltà respiratoria, dolori alle ossa. Chiusa in casa chiede aiuto al suo medico di base che la indirizza verso l’App della Regione Lazio per il monitoraggio. Per le prime settimane viene monitorata a distanza, poi il 3 aprile non riesce ad accedere e, dopo giorni di insistenti telefonate, scopre che la sua pratica è scomparsa, così come quella del marito. Colpa di un bug o di un errore umano, Angelica continua ad avere la febbre ma ancora nessuno si è recato a fargli un tampone o gli ha dato indicazioni per eseguire il test. La donna ha raccontato: «Mi trovo in un limbo e non so cosa fare. Nessuno si prende la responsabilità quello che dobbiamo fare noi che siamo in casa in questa situazione. Nessuno si prende la responsabilità di dirmi puoi uscire o di dirmi no resisti resta a casa, perché tra un po’ ti veniamo a fare il tampone». Una situazione paradossale dove una persona potenzialmente malata avrebbe bisogno di essere seguita e non sa più a chi rivolgersi, mentre se sana potrebbe riprendere almeno parzialmente la sua vita o indagare sulle cause dei sintomi. «Il 23 marzo mi sono svegliata e ho avuto i primi sintomi: febbre e dolori alle articolazioni e ai muscoli, una sensazione di pesantezza respiratoria. Ho chiamato il mio medico e gli ho descritto i sintomi. Secondo lei ero un caso sospetto Covid e per questo ha fatto la segnalazione all’Asl e mi ha detto di scaricare l’App della Regione Lazio che serve per il monitoraggio a distanza. – spiega – Ho aggiornato l’App tutti i giorni finché non mi ha fatto più accedere, chiamo il mio medico che non si spiega come sia possibile e non si spiega neanche come nessuno sia venuto a farmi un tampone, nonostante abbia inviato otto mail». Una situazione di incertezza che si conclude con la scoperta che lei e il marito sono ‘scomparsi’ tra i pazienti sottoposti a monitoraggio a distanza: «Dopo decine di telefonate riesco a parlare con il medico della Asl che mi aveva contattato, che dopo ricerche e controlli scopre che né il mio nome né quello di mio marito risultava da nessuna parte, nonostante fossimo sotto monitoraggio».