Guardiola: «Quando ho iniziato a giocare a calcio la Serie A era il campionato più forte. Scudetto? Spero vinca il Sassuolo»
Il tecnico del City, Pep Guardiola è stato protagonista dell’evento “Dialoghi sul Talento con Pep Guardiola!, promosso dalla Fondazione CRC in collaborazione con Fondazione Vialli e Mauro per la ricerca e lo sport Onlus e Fondazione Guardiola e con il supporto di Collisioni.
Ecco alcuni estratti delle parole di Pep riportati da “TMW”:
«Non ero un allenatore all’inizio da giocatore in campo, prima giocavo perché mi piaceva giocare. A 26-27 anni ho iniziato a guardare il calcio con occhi diversi e capirlo. Esperienza in Italia? Quando ho iniziato a giocare a calcio la Serie A era il campionato più forte, il Milan di Sacchi, la Juventus. Sono andato molto bene ad allenare la seconda squadra a 37 anni. Avevo una partita a settimana, ti dà una mano nel processo. Non ci sono conferenze, media. Primo: mi piaceva. Secondo: allenare i ragazzi 17-18 anni è lo stesso. Anzi no: Messi ti fa vincere, gli altri no. Ma è lo stesso quando parli prima della partita e dopo l’allenamento, sono persone. Le cose fondamentali sono le stesse. Cambia un po’, ma il livello di calcio è lo stesso».
«Barcellona? Ho avuto una fortuna: mi hanno scelto. Passavo di lì, avevo persone che avevano fiducia in me. Potevano scegliere qualsiasi altro allenatore del mondo e sarebbe stato più facile. Il successo dell’allenatore è passione. Ma non ho conosciuto un tecnico senza passione, senza lavoro. Giocatori straordinari. E una società ben organizzata, la struttura su di me che mi proteggeva 100% al di là del risultato. Quando uno ha questo… Senza queste cose un allenatore non ce la fa. In questi anni non ho mica fatto un gol, parato un rigore. Posso dare un’idea. Alla fine la decisione è dei giocatori».
«Triplete? Voglio essere amato. Tutto quello che facciamo è per essere amati, lotto per quello ogni giorno. Devono lottare tra loro, non me ne frega niente, è un business ma la prestazione deve andare al massimo. Poi si perde: pazienza, si vince la prossima settimana. Ora abbiamo vinto il Triplete, che facciamo? Ci lavoriamo bene o proviamo a vincere o ci sediamo e vediamo come eravamo bravi quando Lukaku ha sbagliato da due metri? O quando Courtois l’ha fermato con i tacchetti».
«Noi ci alleniamo per arrivare bene alla partita. Ho visto tanti giocatori che si allenavano bene e poi se la facevano addosso. Mangiamo bene, lavoriamo bene, poi arriva la partita. Vuoi andare a ballare fino alle 4 con la tua ragazza? Benissimo, ma devi arrivare bene. Io me ne accorgo, è una lotta tra di loro. Chi ha talento non corre e lascia farlo agli altri? No, non funziona così. Chi vincerà lo scudetto? Mi auguro il Sassuolo»