L’edizione odierna de “Il Corriere della Sera” si sofferma sulla condanna per il molestatore di Greta Beccaglia.
Greta ha vinto la sua battaglia. «Che non è soltanto mia ma di tutte le donne. Nessuno ha il diritto di violare i nostri diritti, di considerare il nostro corpo come un trofeo; nessuno deve più umiliarci, denigrarci, considerarci un oggetto. Nessuno», dice e quasi si commuove. «Nessuno», stavolta, ha anche un nome: si chiama Andrea Serrani, 47 anni, ristoratore della provincia di Ancona. È stato appena condannato a 1 anno e mezzo di carcere per violenza sessuale (pena sospesa con obbligo di frequentare un corso di riabilitazione psicologica) nei confronti di Greta Beccaglia, 28 anni, giornalista sportiva che lo scorso anno durante una diretta tv al termine della partita tra Empoli e Fiorentina fu palpeggiata da Serrani, tifoso viola. Lei non riuscì neppure a difendersi. Umiliata e mortificata, con il microfono in mano e la videocamera che aveva filmato la violenza, disse all’uomo che questa cosa proprio non la doveva fare. Il tribunale di Firenze, con rito abbreviato, ha anche condannato il tifoso a pagare 10 mila euro di provvisionale alla giornalista e 5 mila euro all’Ordine dei giornalisti e Fnsi (il sindacato dei giornalisti) che si erano costituiti parte civile. È una sentenza innovativa che, dicono gli esperti, farà giurisprudenza.
Soddisfatta della sentenza? «Sì, sono contenta, non solo per me ma per tutte le donne. Però i soldi non li voglio, neppure un centesimo. Andranno a una onlus che combatte per i diritti violati delle donne in tutto il mondo. C’è da fare moltissimo e sarà un piccolo ma sincero contributo». Lei l’ha perdonato «Non è importante che io lo perdoni. È lui stesso che deve perdonarsi. Mi ha sorpreso alle spalle, ha sputato sulla sua mano e mi ha palpeggiato, un atto terribile, di estremo maschilismo. Spero che abbia capito il male che mi ha fatto, e che questa condanna sia di esempio. Confido che finalmente una donna possa essere libera di fare il suo lavoro senza essere molestata. Non provo odio nei suoi confronti, solo tristezza».
Le ha chiesto scusa? «Non personalmente, non ci ho mai parlato. So che lo ha fatto in televisione, ma non mi interessa. Vorrei invece che ciò che è successo serva a far capire a lui e a tanti altri che toccare, oltretutto con violenza, il sedere a una donna, è un gesto abominevole e non un atto goliardico. Non c’è niente di allegro, nulla di carnevalesco. È solo un atto di terribile umiliazione. Una violenza».