Il Palermo è in paradiso. Il Palermo ha raggiunto e conquistato con le unghia e con i denti, dopo un torneo playoff da schiacciasassi, una promozione in B dopo 4 anni di purgatorio. Alzi la mano chi durante la stagione pensava potesse esserci un epilogo così bello e inaspettato…nessuno. Siamo tutti d’accordo nel dire che questa rinascita porta un nome e un cognome, Silvio Baldini. Anzi, in realtà un solo nome: Silvio. Perché a noi piace rivolgerci al tecnico così, nella maniera più confidenziale possibile, proprio perché oggi vogliamo elogiare l’uomo, più che il professionista.
È arrivato a Palermo nello sconforto più totale di una piazza che dopo aver perso il derby contro il Catania e pareggiato in casa col Bari, aveva subito l’ennesima batosta in trasferta contro il Latina. È arrivato un po’ in sordina, magari non visto di buon occhio dai più, soprattutto per come si era lasciato con i rosa circa 18 anni fa. Non è riuscito sin da subito ad entrare in sintonia con la squadra, anzi, dopo Potenza sembrava quasi ci fosse un enorme spaccatura con lo spogliatoio. Proprio da quella trasferta, invece è cambiato tutto. È cambiata la squadra, la mentalità e l’atteggiamenti di tutti i componenti del gruppo e tutti gli abbracci a fine Palermo-Padova sono più che eloquenti.
È arrivato alla vigilia di Natale, e in fin dei conti, tirando le somme, Silvio si è dimostrato essere un vero e proprio dono, un dono dal cielo…anzi, un dono del destino. Quel destino al quale lui stesso crede cecamente. Quel destino che dopo svariate visite alla santuzza, il tecnico toscano, era sicuro si fosse concretizzato, gara dopo gara. Conferenze stampa mai per nulla banali, dove più che parlare di tattica e avversari, ha sempre predicato fede ed emozioni. Un rapporto viscerale con il gioco del calcio, ma soprattutto con la città di Palermo. Quella città al quale oggi, Silvio ha regalato un sogno, una rinascita, ma soprattutto l’amore per i colori rosanero che sembrava perso da tanto tempo.
Da anni infatti non si vedeva più un Barbera traboccante di gente, di colori rosanero, di amore per questa squadra. Lui quatto quatto, senza troppi proclami, ma con il solo impegno e lavoro sul rettangolo verde è riuscito a far riaccendere nel tifo palermitano il fuoco ardente della passione di una popolazione intera. Ed è proprio in questa popolazione che Silvio ha fatto breccia. Erano anni che i tifosi rosanero non si affezionassero in questo modo ad un allenatore. Dopo Guidolin, Delio Rossi e forse Iachini nel 2014, Silvio ha conquistato il cuore dei palermitani.
Non sappiamo cosa gli riserverà il futuro con l’imminente arrivo di nuovi imprenditori, di certo meriterebbe di diritto la conferma. In attesa di scoprirlo, è per tutti questi motivi che oggi, dopo la notte in bianco trascorsa per i festeggiamenti, sentiamo solo il bisogno di dire…GRAZIE SILVIO!