Nazionale

Gravina e Casini, scintille su Riyad. Il presidente Figc: «Mi rattrista vedere 400 italiani su 58.000». Il n. 1 della Lega: «È triste non aver visto l’Italia al Mondiale»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul botta e risposta tra Gravina e Casini sulla supercoppa italiana in Qatar.

La polemica è scoppiata all’improvviso, a 5 mila chilometri di distanza. «Quattrocento italiani sui 58 mila spettatori di Riyad, questo mi rattrista» la considerazione di Gabriele Gravina, numero uno della Figc. «Rattrista non aver visto l’Italia ai Mondiali in Qatar», la replica del presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini. Segno che certe tensioni ai vertici del calcio rischiano di divampare continuamente, come un fuoco che riprende forza al primo giro di vento.

POLEMICA. Durante la presentazione delle nuove maglie della Nazionale, Gravina ha parlato anche della sfida tra Milan e Inter. «La Supercoppa all’Olimpico o a San Siro? Sarebbe l’ideale – il suo pensiero – Purtroppo il calcio, per valorizzare la dimensione industriale, si lega a Paesi che garantiscono profitti». Ma tutto questo, riconosce, «è legato alla difficoltà economica del movimento». Da via Allegri hanno sottolineato come non ci fosse alcuna provocazione e la parola «tristezza» fosse riferita all’esiguo numero di italiani allo stadio. Ma la risposta non si è fatta attendere: «Non trovo nulla di triste – ha detto Casini – Su 35 edizioni, per 12 volte la finale si è giocata all’estero. Esportare i propri eventi è una scelta fatta anche dalla Liga spagnola e dalla Nba per promuovere in tutto il mondo la propria eccellenza». Portare gli eventi fuori dal Paese, secondo i vertici della Lega, aiuta l’intero movimento. «E siamo tutti dispiaciuti che la federazione non sia qui a Riyad» ha aggiunto Casini. Gravina due giorni fa si trovava ai funerali di Vialli e ieri ha presentato le nuove divise. Nonostante gli impegni già presi, la sua assenza è stata vista come uno smacco.

TENSIONI. I rapporti sono tesi da anni. In consiglio la Serie A è all’opposizione e a giugno ha portato addirittura la Figc in tribunale (fino al Tar) per la vicenda dell’indice di liquidità ammissivo, sul quale via Rosellini ha vinto in punta di diritto nonostante tutte le squadre si siano adeguate al parametro. Lo scontro si è allargato su tanti altri fronti: dal “Decreto crescita” alle multiproprietà (vedi la questione Lazio-Salernitana risolta sul gong), passando per la squalifica di Lotito per il caso tamponi (consigliere in quota A, oltre che patron laziale e oggi senatore), fino ad arrivare al conflitto sullo statuto della Serie A e alla più recente questione delle tasse da rateizzare. La nuova partita si gioca sulla riforma del calcio. Gravina aveva chiesto alle leghe di formulare una «proposta condivisa», ma oggi siamo quasi al punto di partenza con la necessità di fare una sintesi tra le varie istanze e con la prospettiva di un’assemblea da convocare per togliere il diritto di veto alle componenti.

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Redazione Ilovepalermocalcio