Gorini: «Palermo tra le favorite, sta allestendo una grande squadra»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista ad Edoardo Gorini il quale ha toccato vari temi.

Una laurea in Storia medievale, una paternità a quasi 50 anni, un’infanzia nella Venezia della Salute e di Dorsoduro. Ma su tutto ciò prevale un calcio fatto di passione. Edoardo Gorini, ex difensore, oggi allenatore del Cittadella, è il primatista di presenze col Varese (252) e ha legato la vita al club veneto dal 2007. Prima in campo, poi da vice di Foscarini e Venturato, quindi da capo allenatore. È il suo quarto anno, nessuno come lui in Serie B.

Un Calcio Diverso a Cittadella. Cosa significa fare calcio a Cittadella?
«Mi rendo conto che siamo degli alieni. È un’isola felice. Un posto dove si fa calcio senza pressioni. Un club dove i valori contano più di tutto. Valori umani e rispetto dei ruoli sono le basi. Trovare questo è raro, siamo unici. Nel calcio sbagli qualcosa e vieni messo subito in discussione. Sento la fiducia. Lavoro da 15 anni col direttore Marchetti ed è sempre stimolante. Mi ha dato tanto».

Che tipo è? Tantilo vorrebbero ma resta sempre a Cittadella.
«Lo stimo. È schietto, diretto, i confronti non mancano. Ha il fiuto per andare a scovare talenti a basso costo».

La Sfida di Convincere i Giocatori. Come si convince un calciatore a venire a Cittadella a guadagnare meno?
«Dicendogli che qui si può mettere alla prova. Che si lavora bene, senza pressioni e che è una grande occasione. Detto ciò, i soldi non sono tutto».

La stupisce vedere Foscarini e Venturato senza panchina? «Sono due maestri, mi hanno insegnato. È strano, ma è il segnale di un calcio che cambia».

Prospettive per il Futuro. Che Cittadella sarà?
«L’ambizione deve esserci. L’obiettivo è sempre la salvezza. Lo scorso torneo dopo l’andata vedevamo i playoff alla nostra portata, invece abbiamo perso 8 partite di fila, ci sono state difficoltà. Abbiamo tenuto una buona base aggiungendo qualcosa. Masciangelo è il terzino che serve. Desogus ha talento e gamba: il direttore pesca bene».

Come spiega quel blackout? «Ce lo siamo domandati più volte. Quelle sconfitte ci hanno fatto capire che non c’è niente di scontato. Bisogna correre in ogni partita più degli altri».

Cassano può esplodere?
«Deve. Ha tutto per riuscirci».

Il modulo resta il 4-3-1-2? «Sì. La difesa a tre l’abbiamo fatta. Vediamo chi arriverà, se Pittarello dovesse andar via (Spezia o Catanzaro?)».

Le Favorite del Campionato. Le favorite?
«Lo Spezia è forte. Il Palermo sta allestendo una grande squadra. Tra quelle scese dalla A, occhio al Sassuolo. E poi la Samp, la piazza è da A e Coda fa sempre gol».

Una Visione del Calcio.  Ha parlato di passione, di pochi soldi, di alieni, in un calcio che cambia tanto.
«Non amo le proprietà straniere. Tutto è finalizzato al risultato, al business, al guadagno. No, questo calcio non fa per me».