Giù il cappello per Ilija Nestorovski: Palermo ha un nuovo bomber, alla faccia di…
Tre partite da titolare sotto la guida di Roberto De Zerbi e tre gol: questi i numeri in rosanero di Ilija Nestorovski. Il primo contro il Crotone, il secondo contro l’Atalanta, il terzo contro la Sampdoria. Tutte reti decisive. Tutte arrivate in trasferta, così come i punti conquistati in questa prima parte di campionato dal Palermo. Tre gol che hanno confermato sempre di più che, quando i palloni giusti arrivano, il macedone sa fare il suo mestiere.
È un uomo d’area di rigore, anche se De Zerbi gli chiede sempre di più. C’è ancora da migliorare, ma Ilija, quando chiamato in causa, dà tanto ed offre partite di sacrificio, regalando ai propri tifosi la gioia di quel gol che fino a poche settimane fa sembrava una vera e propria utopia. Acquistato dal Palermo a gennaio, ma arrivato nel capoluogo siciliano sognante in estate, il centravanti macedone ha sulle spalle due grossi macigni.
Il primo è quello di essere l’unica punta di questa squadra. Il secondo è il fatto di essere una delle scommesse del patron Maurizio Zamparini. Ed è proprio quest’ultimo il macigno più pesante. Già, perché di questi tempi, quando gran parte della tifoseria sogna di respirare aria di cambiamento e inneggia ad un Palermo prima americano e poi cinese, essere una scommessa del presidente rosanero può risultare nocivo. E non poco. Specialmente quando hai 26 anni ed arrivi in Italia da “sconosciuto”, approdando per giunta in una squadra che in avanti ha appena perso il fuoriclasse Vazquez e l’esperto Gilardino.
Ma la verità è che, dopo una (generale) partenza a rilento, partita dopo partita Nestorovski è cresciuto, confermando di avere eccome quel fiuto del gol che lo ha reso grande protagonista tra le fila dell’Inter Zapresic con 69 marcature in 90 presenze, spingendo Zamparini a volerlo a tutti i costi. Probabilmente nonostante il terzo gol per Fabio Caressa sarà ancora una “pippa”. A noi sembra invece che “bomber”, almeno oggi, gli si addica di più. In futuro chi lo sa. Come dicevano i latini, ad maiora!