L’edizione odierna de “La Repubblica” ha realizzato una lunga intervista a Giovanni Tedesco.
Ecco qualche estratto delle parole rilasciate dall’ex rosanero in merito al campionato di C e al Palermo:
«Questo è un campionato equilibrato. La società che ha speso di più, il Bari, è partita bene, a parte la recente sconfitta, ed ha tutte le potenzialità per arrivare. Anche il Palermo però può aspirare alla B, ne sono convinto, se prende consapevolezza dei propri mezzi. Due vittorie di fila? Intanto, con lo scontro diretto fra Bari e Catanzaro, esiste la possibilità di accorciare ulteriormente le distanze. Il Bari è il primo favorito per investimenti effettuati, il Catanzaro ha speso molto, i rosa hanno però qualcosa in più sul piano tecnico. Sono in tre sulla stessa barca, due debbono scendere. Filippi ama il 3-4-2-1, lei il 4-3-1-2? Che a mio parere copre meglio il campo. Ma è giusto che ogni allenatore utilizzi il modulo nel quale si rispecchia e che riesce a trasmettere meglio ai giocatori. A Coverciano ho studiato vari concetti di gioco, di recente ho utilizzato il 4-3-1-2 che ormai conosco a memoria e posso riprodurre anche bendato».
Tedesco esordisce da tecnico con il Foligno. «Ancora non ero pronto. Avevo smesso da poco di giocare, dopo tre partite sono andato via». Giusto il tempo, però, di lanciare un certo Matteo Brunori, esordio tra i professionisti a 17 anni, 10 mesi e 15 giorni. «Era appena un ragazzino, lo ricordo con affetto e poi aveva delle qualità già allora. Prima che firmasse il contratto con il Palermo, ho ricevuto una sua chiamata e mi ha fatto molto piacere. Però…Secondo me, non è una prima punta ma un giocatore che può fare anche la B e la A, da attaccante di appoggio o trequartista. Comunque ha enormi qualità. Dovessi sistemare la squadra con il 4-3-3 darei a Brunori la maglia numero dieci perché è uno che si tira fuori, ha classe, cerca la giocata e fa anche gol. Il Palermo ha centrato un bel colpo».
Cosa la impressionò di Brunori? «Mi piaceva la naturalezza con cui si muoveva. Ha avuto meno di quello che poteva pretendere considerato il suo valore. Il Primo novembre compie 27 anni, è in tempo per diventare protagonista. Questo può essere il suo trampolino. Ormai è nella piena maturità».
Palermo-Avellino, sfida dai tanti risvolti. Brucia ancora l’eliminazione dai play off. «Spettacolo e agonismo assicurati. Una bella battaglia. Io tifo Palermo, la mia storia non cambia per discussioni che mi fanno solo sorridere. Con la città e i sogni da bambino, non ho mai staccato il cordone ombelicale. Dirigenti e giocatori passano, ma rimane in eterno la nostra splendida maglia».