Zamparini escedi scena,almeno sulla carta. Lo fa dopo oltre un anno dalla trattativa naufragata con Baccaglini, stavolta però non c’è ancora un acquirente pronto per il passaggio di testimone. È solo un passo indietro del patron, che harassegnato le dimissioni da consigliere delegato del Palermo: «Lo faccio perché, come sapete bene, la mia intenzione rimane quella di cedere la società». Un anno fa era rimasto, pur lasciando la carica di presidente,adesso inveceè fuoridall’orga nigramma. Sarà comunque l’investi tore di riferimento del club rosanero fino a nuovi risvolti societari. Quelli che lo stesso Zamparinispera di poter vedere in fretta, approfittando di un sipario calato una volta per tutte sulla vicenda relativa all’istanza di fallimento. La sentenza di rigetto emessa oltre un mese fa è definitiva: la Procura ha rinunciato a presentare ricorso e la decisione dello scorso 29 marzo non verrà ridiscussa in appello. La Procura, guidata da Francesco Lo Voi, ha deciso di non ricorrere contro la decisione del Tribunale fallimentare, facendo scadere i termini per la presentazione di uneventuale ricorso,che sarebbepotuto scattare solamente entro trenta giorni dalla sentenza. In piedi resta solo l’inchiesta penale che vede coinvolto, fra gli altri, proprio Zamparini. «Adesso che la situazione fallimentare è giunta al termine, dato che non è stato presentato ricorso da parte della Procura, ho datopoteri a Giammarva per la gestione della società – prosegue Zamparini -.Mi fido assolutamente di lui, è una persona che gode della mia completa fiducia. Io rimango il patron del Palermo». Giammarva, chiamato a ricoprire la carica di presidente del consiglio d’amministrazione lo scorso 8 novembre (in concomitanza con la presentazione dell’istanza di fallimento da parte dei pm Fusco e Dessì), rimarrà dunque a capo del cda, ma con «le deleghe di ordinaria amministrazione della società». Quelle che, giusto per fare un esempio, non aveva Baccaglini, sebbene il trader italo-americano fosse un aspirante acquirente. Giammarva invece avrà queste mansioni in quanto uomo di fiduciadi Zamparini: «Giammarva ha i poteri di amministrazione e firma per la società. Come li aveva Chiusano con Agnelli alla Juventus, per fare un esempio». Rappresentanza in sede e non solo, dunque, per il commercialista palermitanoche giàda sei mesi ha assunto la carica di presidente e che nella giornata di ieri ha incontrato ilpatron per informarlodel mancato ricorso da parte della Procura. Sarebbe dovuto arrivare lo scorso 29 aprile, ma per sicurezza i legali della società hanno preferito attendere qualche giorno per scongiurare possibili ritardi nelle comunicazioni. Non essendo arrivata alcuna notifica, la sentenza del Tribunale fallimentare, secondo cui non sussiste uno stato di insolvenza, è diventata definitiva. Una volta giunti ai titoli di coda nelle vicende giudiziarie, Zamparini vuole riaprire in fretta quelle societarie, allacontinua ricercadi acquirenti.L’ assemblea di ieri ha deliberato in tal senso anche un nuovo ingresso nel consiglio di amministrazione, quello dell’avvocato Andrea Bettini, a cui è stato conferito «l’incarico legale di seguire la cessione delle quote azionarie ai futuri acquirenti». È col nuovo membro del cda, dunque, che si dovrà interfacciare chi avrà intenzione di intavolare una trattativa con Zamprini per l’acquisto delle quote del Palermo. «Bettini non è in contatto con nessuno – sottolinea il patron – ma io sì». L’ingresso dell’avvocato genovese nei quadri societari non implica inoltre l’interruzione del rapporto con lo Studio Withers di Milano, che finora ha seguito le tappe riguardanti possibili sviluppi sul fronte cessione. «Lo Studio Withers ha solo un incarico per trovare investitori all’estero», precisa Zamparini, che si lascia andare ad una promessa già sentita un anno fa: «Intanto speriamo di andare in Serie A. La certezza è che da giugno non sarò più il proprietario del Palermo». Questo quanto si legge sull’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”