L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” parla della tragica situazione in cui versa il Palermo e del buco nero nel quale potrebbe presto cadere. Ecco quanto si legge:
“[…] Adesso nessuno sa come finirà, perchè la nuova proprietà inglese ne sta combinando più di Gian Burrasca. Un autogol dietro l’altro, con annunci inusuali via social o addirittura attraverso sms ad alcuni giornalisti. Roba mai vista nel calcio italiano, un unicum, come tutte le vicende che da un po’ riguardano il Palermo. […] Gli inglesi che hanno millantato chissacchè e che invece sono (finora non ci hanno messo un euro) in braghe di tela? Non si sa di chi è la colpa, ma di sicuro non ne vanno addossate alla magistratura – come vorrebbe Zamparini – che ha portato avanti le sue inchieste basandosi su un lungo lavoro di indagine e senza pregiudizi. E di sicuro si conoscono le vittime di quello che sta succedendo a Palermo: i tifosi e la città. Mortificati e inebetiti dagli ultimi fatti, ma anche inermi e disorientati. E in preda a quel fatalismo atavico che fa parte del Dna di questa città e di chi ci vive. Palermo s’interroga, soffre ma sta quasi accettando questa situazione senza reagire. Non protesta civilmente e non va allo stadio. Accetta, aspetta e spera che non finisca come nel 1986 quando il Palermo venne cancellato dal calcio. Come sembrano lontani i tempi in cui il Palermo batteva le «strisciate», giocava in Europa, riempiva lo stadio e portava quarantamila tifosi all’Olimpico per una finale di Coppa Italia. Sembra passata un’eternità, invece quella notte di Roma fu meno di otto anni fa. Già dal giorno dopo si cominciò a capire che il Palermo stava prendendo la strada sbagliata. Adesso non si sa dove sta andando a finire. E nemmeno chi è il vero colpevole di un caos che somiglia ad un buco nero. Palermo e il Palermo hanno paura”.