Giornale di Sicilia: “Trionfi e cadute di Zamparini. Da uomo dei sogni a «demolitore»”

“C’è chi applaudirà gli americani come i nuovi liberatori, come altre volte in altre storie già successo. Qualcun altro, forse, proverà timidamente a dire un «grazie», strozzato al momento nelle ugole di una tifoseria orgogliosa e ostile. Che incredula chiede, in ogni bar, in ogni piazza virtuale e non, se vero che Zamparini se ne va. Maurizio Zamparini, nel bene e nel male, l’uomo che ha rappresentato il calcio di più alto livello nei 117 anni del Palermo. Gli ultimi quindici, quelli della sua presidenza, diventano materiale per gli storici. Si fa fatica a crederlo. Quando Zamparini vesti i panni del liberatore. L’immagine emblematica quella di uno dei tanti striscioni che vestirono a festa Palermo nel maggio del 2004. La città salutava il ritorno dei rosanero in Serie A dopo 32 anni. «ll Villaggio Ruffini ringrazia Zamparini», l’onore reso dalla borgata con il patron ritratto in primo piano e alle sue spalle Monte Pellegrino. L’uomo dei sogni. Aveva «liberato» il Palermo dalla gestione Sensi nell’estate 2002. Chi ha bazzicato dalle parti dell’allora Favorita in quei giorni di transizione ricorderà il Palermo allenato da Roberto Pruzzo per un solo giorno. In città erano giunti i nuovi acquisti: Sturba, Paoletti e Bagnacani. L’ultimo Palermo di Sensi fu spazzato via il 21 luglio 2002, Zamparini acquistò il pacchetto di maggioranza per 15 milioni da versare in tre anni e cambiò la maglia a tre quarti del Venezia, compreso l’allenatore Ezio Glerean, che dall’oggi al domani si ritrovarono rosanero. La Serie A sfuggi per un soffio al termine della stagione 2002-2003, a Lecce, nello scontro diretto contro i giallorossi. L’appuntamento con la storia fu solo rimandato di un anno. Arrivano Toni, Corini, che si aggiungono a Zauli e altri, poi a gennaio anche Grosso e i fratelli Filippini. In panchina Guidolin rileva Baldini e conduce il Palermo alla promozione. É l’apoteosi. La Serie A, I’Europa, i rosa campioni del Mondo Palermo risponde con un’euforia di massa, 32.847 abbonati. Luca Toni l’eroe di una città. Il Palermo conquista subito uno storico sesto posto, la tifoseria sogna a occhi aperti quando la Juventus paga dazio al Barbera grazie a un gol di Brienza, si piazza in Coppa (Jefa, Guidolin va via, il nuovo allenatore Del Neri. Anche Toni viene ceduto, e qualcuno storce anche il naso. Ma per la maggioranza dei palermitani Toni «il Giuda» che per «30 denari», come scritto in uno striscione, si venduto alla Fiorentina. A Zamparini si perdona tutto. Lui ricambia, viene in città, e dice di seguire alcune partite in taxi, facendosi portare a Monte Pellegrino, perché non regge alla tensione dello stadio. Ogni tanto, il patron, tira anche le orecchie ai tifosi, che non affollano lo stadio in occasione delle partite di Uefa. E anche negli anni migliori, balla il suo valzer preferito, quello delle panchine, che vede alternarsi Papadopulo a Del Neri, nel finale di stagione 2005-2006, quando i rosa arrivano dove non mai in Europa, agli ottavi di Uefa persi contro 10 Schalke 04. Grosso, Barzagli, Barone e Zaccardo saranno protagonisti della vittoria dell’Italia ai Mondiali di Germania 2006. […]. Dalla cessione di Pastore alla retrocessione. Il Palermo vende i gioielli, Pastore, Sirigu. Qualcosa non torna, anni dopo sulla cessione dell’argentino al Paris Saint-Germain, Zamparini denuncia il procuratore Simonian al quale poi cederà 15,5 milioni di euro. Una somma che, bilanci alla mano, porta il Palermo a chiudere i conti in rosso come mai era accaduto prima nell’era Zamparini. I tifosi accusano il patron di smantellare la squadra, nel 2013 dopo una rocambolesca alternanza in panchina tra Sannino, Gasperini e Malesani e una gestione scellerata del mercato invernale da parte di Lo Monaco, il Palermo va in B. Un solo anno di «purgatorio», per grazia ricevuta. Il ritorno in A e la fine della storia La parentesi-Gattuso archiviata in fretta e furia. Con Beppe lachini, in B, il Palermo vince il campionato stabilendo il record di punti a 86. Il ritorno da dirigente di Perinetti, valori in rosa come Dybala, Vazquez, Belotti, Sorrentino, il presidente prende un «anno sabbatico» e mantiene il silenzio. Si torna in Serie A, il Palermo si piazza undicesimo. Nell’estate 2015 il Palermo vende Dybala alla Juventus per 40 milioni e, a sorpresa, Belotti. Si tenta di fare cassa, la disponibilità economica non più quella di una volta. La cronaca si intreccia con la storia: l’ennesimo valzer di allenatori, il ruolo del consigliere Davor Curkovic, la salvezza conquistata all’ultima giornata 10 scorso anno. E la contestazione, epilogo di una storia di amore e odio durata quindici anni”. Questo il racconto dell’era Zamparini riportato oggi da “Il Giornale di Sicilia”.