Giornale di Sicilia, tifosi stanchi di perdere: “Il «Barbera» sempre più… deserto. Con la Fiorentina solo gli irriducibili”

Un patrimonio gettato al vento e da ricostruire. La desolazione del «Barbera» in questa stagione toccherà nuove vette nelle ultime tre partite di campionato, sfide che ormai non hanno più nulla da dire per il Palermo e alle
quali il pubblico risponderà come fatto (quasi) sempre in questa stagione: disertando uno spettacolo che non ha
niente di attrattivo, portando i numeri di presenze allo stadio al minimo storico in massima serie nell’era Zamparini. Un crollo verticale che per il club rosanero equivale a perdite dal punto di vista economico, ma anche sul campo, perché di fatto quest’anno la squadra ha sfruttato pochissime volte il fattore casalingo. Ciò non toglie che l’allontanamento del pubblico sia un effetto delle prestazioni di questo campionato e non una causa. L’andamento degli ultimi anni lo conferma nella passata stagione, quando il Palermo ha evitato davvero di un soffio l’epilogo che si appresta a vivere nei prossimi giorni, le presenze al “Barbera” hanno subito addirittura un aumento rispetta all’anno prima. Perché la squadra era comunque in corsa e perché si era avvertita la necessità di starle vicino. una necessità premiata dalla società con la decisione di vendere i biglietti delle curve a cinque euro nelle ultime quattro partite casalinghe. L’iniziativa lanciata per il finale di questa stagione invece vede i cosiddetti settori «popolari» a sette euro, con la possibilità di acquistare un massimo di tre tagliandi ridotti (in qualunque settore) a due euro. Troppo poco per riavvicinare un pubblico apparso fin troppo paziente con questa squadra, tant’è vero che per domani pomeriggio non ci si attende nulla di diverso rispetto alle ultime uscite casalinghe, un trend al ribasso sin da quando Eugenio Corini è stato messo in discussione. II «Genio” e la Juventus, ovvero gli unici due motivi per vedere più di ventimila persone al «Barbera»: l’ondata di entusiasmo generata dal ritorno dell’ex capitano rosanero è stata breve quanto la permanenza dello stesso Corini in panchina, che con le dimissioni ha segnato la rottura definitiva tra la tifoseria e Zamparini, al punto da creare nuovamente il vuoto attorno alla squadra, Emblematica la prima partita dopo il suo addio, con il secondo peggior risultato stagionale dal botteghino (8.934 spettatori per
Palermo-Crotone) e un leggero sussulto nelle partite successive proprio grazie al successo ottenuto contro i calabresi. Anche qui, spinta effimera come le speranze di salvezza nutrite dal Palermo con quei tre punti: 12.844
spettatori con l’Atalanta. 10.139 con la Sampdoria, 11.938 col Cagliari e il ritorno sotto i diecimila per Palermo-Bologna, a cui hanno assistito solamente 9.915 spettatori. In tutte e quattro le partite un ‘affluenza di pubblico
ben sotto la media attuale di 13.945 spettatori a partita. Numeri da brividi, non tanto se si pensa ai 40 mila dell’Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia o al sold out garantito della stagione 2004/05 con tutti gli abbonamenti venduti prima dell’esordio in campionato. II Palermo di Zamparini ha registrato una cifra inferiore solamente nell’ultimo anno in B, nella stagione 2013/14. Nelle altre due apparizioni nel torneo cadetto, al «Barbera» si è avuta una media di 16.282 e 23.559 spettatori, quest’ultima superiore a qualunque altro dato registrato dal post finale di Coppa Italia. Perché il Palermo che tornava in A era fonte di entusiasmo e attirava un numero di «occasionali» impensabile al giorno d’oggi, ma d’altro canto non si è fatto nulla nell ‘ultimo quinquennio per evitare la diaspora e creare una miracolo duro di tifosi più ampio di quello attuale. Prima di pensare ad uno stadio nuovo, sarà fondamentale pensare al pubblico. Quello che il Palermo ha perso ben prima di perdere la Serie A”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.
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