“A questo punto il rischio principale è quello di dire sempre le stesse cose. E nei pareri dei tifosi si ripetono concetti ormai triti e ritriti. Che in un certo modo avevamo anticipato dopo la chiusura
del mercato estivo. Squadra scarsa e incompleta, presidente confuso e senza soldi, etc etc. Troppo facile e del tutto inutile urlare adesso. Bisognava farlo prima. Sforzarsi di essere propositivi ci sembra l’unico modo per contribuire, nel nostro piccolo, ad alimentare la fiammella. Cerchiamo dunque di focalizzare i problemi, provando per quanto possibile a capire se il campionato del Palermo era finito o se esiste una lontana speranza di salvarsi. […] Corini dovrà ricostruire i cocci di un gruppo allo sbando e speriamo di stia facendo una sua idea sui valori dei giocatori a disposizione. Alcuni dei quali (pensiamo a Chochev e Hiljemark) sembrano del tutto estranei allo spirito di una squadra che dovrebbe salvarsi. Peraltro la loro condizione atletica assai precaria. Il modulo tattico impiegato a Firenze e nel primo tempo col Chievo ci sembra sempre il più idoneo. Contro gli errori individuali non ci si può difendere. Però gli interpreti possono cambiare e ci sono giocatori che ormai vestono la maglia rosanero come una punizione, lo hanno scritto in faccia. Il Palermo non possiede campioni in organico che possono cambiare la squadra, ma Gazzi ed Henrique, per fare due nomi, potrebbero dare quel pizzico di espe- rienza e di qualitå in più. Magari con Jajalo nel ruolo di mediano interditore. E Diamanti? Certo non sta giocando bene, ma chi gli stato preferito ha fatto meglio? Quaison? Sallai? Non scherziamo. Il problema di Diamanti che non riesce a trovare una posizione in campo compatibile con le sue caratteristiche, quelle di un attaccante di trentatré anni. De Zerbi lo faceva giocare larghissimo, Corini non 10 hafatto giocare e Diamanti quasi piccato ha provato a fare tutto da solo. Un giocatore della sua esperienza dovrebbe conoscere i propri limiti. Allora pensiamo che Diamanti non ha la gamba, come si dice in gergo, per giocare lontano dalla porta avversaria. Forse se giocasse da seconda punta, vicino a Nestorovski, con divieto tassativo di arretrare, riuscirebbe a sfruttare la sua rapidità sul primo dribbling e di incunearsi nella difesa avversaria. Perché al di là degli orrori difensivi va rimarcato che contro il Chievo il Palermo non ha mai tirato in porta”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia”.